Il peso delle tasse sullo stipendio può essere davvero notevole. Si tratta di un fattore in grado di produrre una netta differenza tra l’importo netto e quello lordo. Conoscere il proprio stipendio, al netto delle tasse, è quindi, senza dubbio importante; ma come si effettua il calcolo dello stipendio netto?
Stabilire quanto effettivamente un lavoratore ottenga ogni mese non è sempre facile. La natura del lavoro è, ad esempio, uno dei fattori da analizzare con maggiore attenzione. Una situazione del tutto differente caratterizza, ad esempio, i dipendenti dalle partite IVA o i collaboratori. A tutto ciò si aggiungono i tanti elementi che possono incidere, con diverse entità, sulla busta paga percepita mensilmente.
Calcolo dello stipendio netto, i fattori che incidono
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Effettuare un calcolo, come detto, non è proprio un gioco da ragazzi. Oltre a conoscere le varie voci di costo che vengono applicate sullo stipendio, è indispensabile tenere presente anche il loro peso specifico.
E’ l’IRPEF, ad esempio, uno degli elementi di maggiore importanza. Si tratta di un’imposta progressiva che si applica a seconda dello scaglione di reddito; per non parlare dell’INPS che prevede una detrazione fissa per l’accumulo della pensione.
Una sequenza di spese si aggiunge, invece, per i titolari di partita IVA o per i lavoratori autonomi e professionisti. Sono le varie imposte che ricadono sull’attività svolta e possono avere un peso differente e direttamente correlabile ai più diversi fattori nonché alla regione ed al comune di residenza.
Insomma gli elementi da valutare sono davvero tanti e le tipologie di contratti ed inquadramenti rendono molto difficile prevedere, con precisione, l’importo dello stipendio netto. Ma un sistema di calcolo veloce, seppur non molto preciso, può venire incontro a chi desidera conoscere il valore del proprio salario.
Calcolo dello stipendio netto: un metodo semplice e veloce
Si tratta di un sistema, come detto, approssimativo, ma che consente di farsi un’idea orientativa. Basta sottrarre dall’importo lordo una somma compresa tra il 25 ed il 40%, a seconda degli scaglioni IRPEF, ma non solo. Nella quota da prendere in considerazione deve essere compreso l’insieme dell’imposte che ricadono normalmente sullo stipendio.
Si tratta dell’IRPEF che, come detto in precedenza, si applica in maniera progressiva attraverso la configurazione degli scaglioni di reddito oltre al TFR (ecco una guida sulla tassazione sul Trattamento di Fine Rapporto) e, come accennato, dell’INPS. Naturalmente più alto è lo stipendio più aumenta il valore dell’IRPEF da pagare.
Cambiano le cose per i titolari delle partite IVA che devono effettuare il calcolo dello stipendio netto. In questo caso è lecito aspettarsi delle aliquote più alte visto che gli oneri destinati alla pensione sono completamente a loro carico. Si tratta di un elemento di differenza notevole tra i lavoratori dipendenti e quelli autonomi e che comporta un prelievo sullo stipendio netto dei primi, in media, molto più alto.
Al margine della valutazione di questi fattori fondamentali, è possibile crearsi un’idea di quanto il lavoratore riscuota mensilmente per la propria prestazione professionale. Ma una serie di ulteriori elementi può aiutare a rendere il calcolo dello stipendio netto più preciso: la formula del contratto.
Calcolare lo stipendio netto attraverso la forma di contratto
Per i lavoratori dipendenti il calcolo può essere realizzato prendendo in considerazione l’importo mensile che va versato all’INPS del 9,19% più l’ammontare dell’IRPEF che, come detto, è progressivo ed applicato a seconda degli scagioni. Si ha, a questo punto, un importo totale a cui va ulteriormente sottratto l’ammontare delle varie imposte locali ed aggiunte le detrazioni.
Per il lavoro autonomo, invece, molto dipende dalla tipologia di partita IVA che si possiede. La somma da pagare cambia notevolmente, infatti, tra regime dei minimi rispetto alla contabilità ordinaria.
Per quanto riguarda la collaborazione occasionale, invece, è possibile sottrarre all’ammontare lordo il 20%. La stessa quota viene anticipata dall’azienda l’anno successivo come anticipo dell’imposta. Si tratta di un importo recuperabile attraverso la dichiarazione dei reddito nell’anno successivo.
Per i contratti a progetto, invece, la valutazione può essere realizzata prendendo in considerazione lo stipendio lordo e sottraendo la somma dell’IRPEF identificata sull’importo del reddito annuale.