Uscire prima dal mondo del lavoro accedendo alla pensione è l’obbiettivo di tanti. Con le ultime novità introdotte dalla Legge Fornero, però, le condizioni per usufruire del trattamento pensionistico sono diventate più stringenti aumentando gli anni di lavoro necessari e soprattutto sostituendo la pensione di anzianità con la contributiva.
Un metodo di calcolo differente che prende in considerazione i contributi che realmente sono stati versati da parte del lavoratore negli anni. La pensione anticipata, in particolare, è stata introdotta nel 2012 con l’articolo 24 del Decreto Legge 201/2011. L’entrata in vigore ha così mandato “in pensione” il vecchio metodo che, invece, prendeva in considerazione l’età anagrafica.
Il calcolo del trattamento pensionistico, inoltre, si abbina ad una serie di incentivi o disincentivi a seconda dell’età di uscita dal lavoro. In sostanza, quando si parla di pensione anticipata, si intende un sistema contributivo il cui accesso può essere realizzato anche se l’età maturata non è quella prevista dalla Legge: insomma basta avere i contributi necessari.
Pensione anticipata: come accedere
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Sono i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata a rappresentare, in pratica, il punto su cui si sofferma l’attenzione di tanti italiani. Si tratta di condizioni che cambiano con il tempo e attraverso la fissazione di nuovi limiti con il passare degli anni per l‘aumento dell’aspettativa di vita. Insomma i cardini di oggi potrebbero essere modificati con gli anni perciò tenersi informati sul tema è indispensabile. Il sito dell’INPS, tra i vari servizi offerti, consente di tenersi aggiornati su questo fondamentale aspetto.
Tornando al tema dei requisiti per la pensione anticipata è indispensabile tenere presente il limite di 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Si tratta di una possibilità che ricade esclusivamente sui soggetti il cui importo pensionistico viene liquidato dall’Assicurazione Generale Obbligatoria oppure dalla Gestione Separata dell’INPS.
Per le donne, invece, l’età è fissata a 41 anni e 10 mesi. Ma cosa accade per chi sceglie di uscire dal lavoro ad un’età inferiore ai 62 anni?
Le penalizzazioni applicate per la pensione anticipata
Anticipare il pensionamento comporta delle penalizzazioni sull’importo mensile. Per coloro che escono dal mondo del lavoro per l’anzianità di servizio maturata al il 31 dicembre del 2011, la riduzione è dell’1%. Si tratta di una diminuzione che viene applicata, invece, dal 2%, per due anni di anticipo rispetto all’età normalmente stabilita.
Un’ulteriore tipologia di disciplina regola, invece, coloro che vantano il primo accredito contributivo a decorrere dal primo gennaio del 1996. In questo caso i requisiti per la pensione anticipata stabiliscono un’età di 63 anni, il versamento di un minimo di venti anni di contributi realmente corrisposti ad esclusione di quelli accreditati. Per questi lavoratori, inoltre, l’importo delle pensione non deve essere inferiore ad un minimo del 2,8% dell’assegno sociale.
Le novità all’orizzonte
La situazione delle pensioni è, però, in continua evoluzione. Si tratta di un tema tra i più caldi e sui l’attuale maggioranza sta studiando delle possibili soluzioni. Si chiama Ape Social e rappresenta il servizio di accesso anticipato alla pensione applicabile a determinate condizioni. Sarà la Legge di Stabilità a definire al meglio il tema spinoso della previdenza sociale con particolare attenzione ai requisiti per la pensione anticipata.
I lavori cosiddetti usuranti, in particolare, possono già accedere all’uscita anticipata dal mondo del lavoro, anche se sono ancora molti i punti da discutere. L‘anticipo della pensione riguarda, in realtà, non solo i lavori usuranti, ma anche le attività che prevedono turni notturni (minimo 64 annuali). Ma quali sono i lavori che rientrano nella categoria degli “usuranti”?
Si tratta di una particolare categoria stabilita nel Decreto Legislativo 67 del 2011. Lavoratori che operano ad alte temperature, in spazi ristretti, nelle cave, nelle gallerie e gli autisti di autobus vengono compresi in questo insieme. Sono stati esclusi, invece, i muratori, i macchinisti, gli insegnanti, le maestre d’asilo e gli addetti al call center.
È di 61 anni e sette mesi l’età nella quale si può accedere alla pensione anticipata per i lavoratori di questo tipo. Una condizione a cui si aggiunge una quota di contributi pari a 35 anni. Per ora sussiste un intervallo di tempo che va dai 12 ai 18 mesi dall’ottenimento dei requisiti e la liquidazione della pensione. Si tratta di un aspetto che, però, dovrebbe essere cancellato dalla nuova normativa.