La pensione sociale è la prestazione previdenziale che l’INPS eroga, a prescindere dai contributi lavorativi. Si tratta, in pratica, di una formula di assistenza che lo Stato riconosce a chi ha un reddito particolarmente modesto. L’unico limite, imposto dalla Legge, è quello anagrafico con un’età minima pari a 65 anni e sette mesi (66 e sette mesi a partire dal primo gennaio del 2018). Quest’ultimo parametro è, però, oggetto di continue modifiche per l’aumento costante della speranza di vita.
Quali sono i requisiti per ricevere la pensione sociale?
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Gli ultimi provvedimenti operati dal primo gennaio del 1996 e i successivi della Riforma Fornero, hanno modificato non poco il tema della pensione sociale trasformandone anche la dicitura, ora definita in “Assegno Sociale”. La prestazione è riconosciuta a tutti gli italiani ed extracomunitari che abbiano la residenza nel nostro paese e dotati della carta di soggiorno. La residenza in Italia è fissata ad una durata minima di dieci anni.
Altri importanti requisiti riguardano, invece, il reddito che, come detto in precedenza, non può superare un determinato limite. La quota spettante è pari a 448,07 euro, ma sono in assenza totale di un’ulteriore fonte di reddito.
In caso contrario la somma ricevuta mensilmente verrà scalata dal reddito disponibile. In pratica se il soggetto ha a disposizione un importo pari a 200 euro al mese, la pensione sociale sarà uguale a 248,07 euro. Viene calcolato, naturalmente, anche il reddito del coniuge.
La determinazione del reddito
Ma come si determina il reddito ai fini del calcolo della pensione sociale? Vengono presi in considerazione i redditi di qualsiasi natura, al netto dell’imposizione fiscale vigente. Sono comprese anche le fonti di reddito anche esenti da imposte o soggetti alla ritenuta alla fonte, compresi gli assegni alimentari.
Non sono considerati, invece, il trattamento di fine rapporto, come anche eventuali anticipazioni del TFR ed il reddito derivante dall’immobile nel quale si ha la residenza. Sono esclusi, secondo la normativa, anche l’indennità di accompagnamento, di qualsiasi genere e la pensione a carico degli enti previdenziali, sia di tipo pubblico che privato, che gestiscono forme di contribuzione obbligatoria e liquidata attraverso il sistema contributivo.
La verifica dell’INPS
Periodici controlli dell’Istituto di Previdenza Sociale sono indirizzati a valutare il reddito realmente disponibile. Solo a termine della verifica annuale, l’INPS erogherà l’importo previsto modificandolo in base a variazioni del reddito o sospendendolo.
Nel caso in cui siano riscontrati valori al di sopra del tetto massimo, la pensione sociale sarà, infatti, interrotta fino a quando l’ammontare complessivo del reddito ritornerà al di sotto del limite.
Una delle caratteristiche della pensione sociale è, quindi, la provvisorietà dell’erogazione che dipende direttamente dalle verifiche dell’Istituto e naturalmente dalla dichiarazione dei redditi dei diretti interessati.
La maggiorazione della pensione sociale
La maggiorazione sociale è una particolare formula di prestazione pensionistica che viene riservata solo a coloro che hanno una pensione minima. In pratica, in particolari condizioni, la pensione sociale viene ritoccata di 25,83 euro al mese per i pensionati con un’età che va dai sessanta ai sessantaquattro anni. Per i pensionati con un’età tra i sessantacinque e i sessantanove la maggiorazione stabilita è pari a 82,64 euro al mese.
Una condizione differente caratterizza chi ha un’età superiore ai settanta anni. In questo caso l’aumento è calcolato in base alla differenza tra il reddito minimo e l’assegno mensile.
La domanda di pensione sociale
La richiesta per ottenere l’assegno sociale può essere inviata anche il giorno successivo al compimento dell’età prevista. La domanda può essere inviata, per via telematica, accedendo all‘area utente dell’INPS con l’apposito codice PIN dispositivo.
Il servizio può essere offerto, del tutto gratuitamente, dai CAF, dai Patronati, ma anche dagli stessi uffici dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Devono accompagnare la richiesta anche il Modello ISEE, la copia di un documento di identità, il codice fiscale del coniuge, la fotocopia della separazione o del divorzio, lo stato di famiglia e l’autocertificazione che attesti la residenza.