La condizione di maternità è un aspetto precisamente regolamentato dal diritto del lavoro. Quando una lavoratrice dipendente è in maternità, l’INPS mette in pratica una serie di garanzie a sua tutela. Secondo la Legge la lavoratrice ha il diritto di conservare la propria occupazione, deve ricevere un’apposita indennità e deve astenersi totalmente dalla propria attività. Ma quando avviene l’applicazione di questo tipo di agevolazioni? Per quanto tempo è possibile usufruirne?
INPS maternità, ecco cosa prevede la Legge
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I diritti, in precedenza riportati, sono previsti dalla Legge per i due mesi precedenti alla data in cui dovrebbe avvenire il parto, nel periodo compreso tra la data del presunto parto fino al giorno in cui esso avviene effettivamente, e nei tre mesi successivi.
E’ indispensabile tenere presente che vige il divieto di licenziare la lavoratrice dipendente incinta, se non per gravi problematiche. Particolari condizioni di flessibilità sono applicate, inoltre, per le donne che non effettuano dei lavori particolarmente pericolosi.
In questo caso i cinque mesi possono essere distribuiti in maniera differente tra il periodo precedente e successivo al parto. Il congedo dal lavoro può avvenire, in pratica, da un mese precedente alla data nella quale è prevista la nascita del bambino e nei quattro mesi successivi.
Chiarito il periodo nel quale la donna può astenersi dal lavoro, è utile soffermarci su un altro aspetto fondamentale riguardo l’INPS maternità, ovvero l’indennità riconosciuta. Quanto spetta ad una donna che si astiene dal lavoro per maternità?
INPS maternità: l’assegno dello Stato
La somma che mensilmente deve essere versata alle donne in maternità è pari all’80% dello stipendio mensile. Si tratta di condizioni applicate per il solo congedo obbligatorio, per quello volontario la somma spettante è, invece, pari al 30% del salario. Ma chi può richiedere il congedo per maternità?
Si tratta di un altro aspetto fondamentale. In pratica tutte le dipendenti del settore privato ed iscritte alla Gestione Separata dell’INPS possono presentare la richiesta. Il diritto è riconosciuto anche alle lavoratrici autonome, purché iscritte alla Gestione Separata dell’INPS. Il calcolo della quota da corrispondere mensilmente viene effettuato sull’ultimo stipendio corrisposto. Ma quali sono i requisiti per richiedere il trattamento INPS per la maternità?
I requisiti
Per richiedere l’assegno per la maternità è necessario un accertato stato di gravidanza ed un contratto di lavoro subordinato. Particolari condizioni sono richieste, inoltre, per le colf e le badanti che devono essere in possesso di almeno 52 contributi previdenziali versati o dovuti, nei 12 mesi precedenti alla richiesta.
Per quanto riguarda le lavoratrici del settore agricolo, è necessaria l’iscrizione, per un periodo minimo di 51 giornate, negli elenchi nominativi dell’anno precedente alla domanda di congedo o nello stesso anno, purché le giornate di lavoro siano state effettuate regolarmente prima dell’inizio del periodo di congedo.
Le lavoratrici a domicilio, invece, sono obbligate dalla Legge a consegnare il lavoro commissionato e le merci ricevute, anche nel caso in cui l’operato non risulti ancora ultimato.
Per quanto riguarda le lavoratrici autonome è necessario la certificazione dello status di lavoratrice autonoma oltre alla copertura contributiva.
Come richiedere il congedo di maternità
La domanda per accedere ai servizi INPS per la maternità (ma anche per la paternità) può essere inviata, all’istituto previdenziale, sul sito ufficiale, telefonando al Contact Center indicato sul sito, o usufruendo dell’assistenza dei patronati. Il certificato medico di gravidanza deve essere presentato in forma cartacea alle sede INPS competente.
La richiesta deve essere inviata precedentemente al periodo di inizio maternità e non oltre un anno dal termine. Entro un mese dal parto la lavoratrice deve inviare i dati anagrafici del bambino. Le lavoratrice autonome possono inviare la domanda telematica successivamente al parto nelle modalità precedentemente indicate.