In tanti, alla ricezione della busta paga, controllano solo l’importo che, in fondo a destra viene riportato. Si tratta dello stipendio netto cioè la somma che materialmente il lavoratore intasca a fine mese. In realtà i dati che vengono riportati, su questo importante documento, sono davvero tanti e leggere la busta paga monitorando la correttezza del calcolo è indispensabile.
Non è difficile, infatti, scoprire il mancato versamento, ad esempio, sul fondo pensione, delle tasse o magari del calcolo dei giorni di ferie che spettano al lavoratore.
Busta paga, le caratteristiche principali
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Si tratta di un documento di fondamentale importanza e che spetta a tutti i lavoratori dipendenti e parasubordinati. L’erogazione deve essere effettuata dal datore di lavoro riportando i dati sulla retribuzione lorda e netta, ma non solo.
Sono tante le voci che, come accennato in precedenza, si aggiungono a questi due valori. Le ritenute fiscali e quelle previdenziali rappresentano degli aspetti a cui porre sempre attenzione oltre alla maturazione del TFR (leggi la nostra guida sul trattamento di fine rapporto), i giorni di ferie e di permesso che spettano al lavoratore.
Ed è proprio la descrizione delle diverse voci che determinano la retribuzione netta o lorda a rappresentare il reale scopo dell’emissione della busta paga. Leggere la busta paga e controllare i vari parametri consente di rivendicare le correzioni dovute e, nel caso, di intraprendere le azioni legali.
E’ indispensabile tenere presente, inoltre, che molto spesso la busta paga viene considerata come una garanzia nel caso di sottoscrizione di contratto di mutuo, finanziamenti o prestiti. In questo caso tutte le informazioni vengono analizzate attentamente dalle banche ed un errore, anche piccolo, è in grado di mettere a repentaglio la concessione del finanziamento.
Ecco come leggere la busta paga
Le buste paga non sono tutte uguali: significativi elementi di differenza possono caratterizzare un documento da un altro. Nonostante questo le informazioni che devono essere obbligatoriamente riportate sono praticamente le stesse.
Come prima indicazione troviamo, in alto, le informazioni che identificano l’impresa. Il codice, la ragione sociale, la posizione Inps ed Inail, l’indirizzo e l’unità dell’azienda presso cui il lavoratore presta il suo servizio sono le informazioni che, per prima, possono essere notate.
Subito in basso sono riportate i dati che riguardano il dipendente. Può essere presente, in questo ambito, il numero di matricola, il nome ed il cognome oltre alla data di nascita e quella di assunzione. Completano il tutto la tipologia del contratto ed il livello di retribuzione.
A questo punto viene riportato il numero di giornate di presenza con l’indicazione dei giorni e delle ore. A queste informazioni si aggiungono le ore ed i giorni di permesso ed il numero di assenze.
I dati della retribuzione si trovano ancora più in basso. Si tratta di informazioni che si dividono, di solito, in quattro parti: quella fissa, la variabile, le trattenute fiscali e previdenziali.
La quota fissa è descritta con la voce “elementi di retribuzione” e si compone della paga base oltre alla contingenza, gli scatti di anzianità ed ulteriori indennità. Le quattro voci riportate formano, così, la paga lorda con il totale indicato sulla destra. Attraverso un semplice calcolo sulle quote mensili, può essere valutato il RAL, la Retribuzione Annua Lorda.
Spostandoci in basso potremo notare le parti che compongono la paga lorda. Le prime riguardano la retribuzione e si compongono della retribuzione ordinaria, straordinaria, permessi, vacanze, malattia oltre alla tredicesima ed eventualmente la quattordicesima.
Tutte le trattenute vengono indicate nella voce successiva. Si tratta dei contributi, delle tasse, le addizionali, i rimborsi IRPEF e la quota destinata al versamento del TFR. Il tutto si riassume nella voce “totale delle trattenute“.
Retribuzione lorda e netta: come si effettua il calcolo
Si tratta di due fattori di fondamentale importanza. Sono due le voci attraverso cui è possibile risalire alla retribuzione netta e lorda: “totale competenze” e “totale trattenute”. Alla retribuzione lorda vanno sottratti i contributi previdenziali.
Si ha, in questo modo, l’imponibile fiscale. Detraendo a quest’ultima voce, le trattenute dell’IRPEF (tenendo presente, però, anche le addizionali che vanno invece aggiunte), si risale al salario netto. Aggiungendo gli assegni familiari si ottiene, così, il reale importo percepito.