Quando si parla di investimento in Buoni del Tesoro Poliennali, i cosiddetti Btp, l’immagine che abbiamo è di un investimento tra più sicuri, in un periodo di relativa difficoltà per chi intende puntare nella finanza. Una sorta di ombrello che ci ripara dalla tempesta in corso fatta di tassi ai minimi e condizioni di reale incertezza. Ma è sempre così?
Prima di investire in Btp 2046, come anche in quelli a breve termine, è indispensabile tenere presente una serie di elementi il cui studio è in grado di rendere l’investimento consapevole. Puntare sui Buoni del Tesoro Poliennali significa, in pratica, acquistare dei titoli di crediti emessi dal Tesoro e sui quali puntiamo ad un determinato margine di guadagno dipendente da diversi fattori(leggi la guida sui rendimenti dei Btp).
L’emissione dei Btp 2046 ha destato scalpore tra gli investitori per la scadenza, davvero prolungata, e per i rendimenti. Ma vale la pena acquistare dei titoli così a lungo termine? Quali sono le possibilità di guadagno? E i rischi?
Btp 2046: le caratteristiche principali
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Il rendimento atteso dei Btp 2014 è pari al 6,84%, si tratta di un valore fissato tenendo in considerazione il dato “storico” e le probabilità nel prossimo futuro. Il VAR, il Value at Risk, ovvero la perdita potenziale in un anno dall’emissione del titolo, è pari al 3,45%.
La deviazione standard dei Btp 2046 è pari al 6,27%. Con questo termine, in particolare, si intende la volatilità del valore: maggiore sarà questo dato, più alte saranno le possibilità di assistere ad una variazione del valore dei Buoni del Tesoro Poliennali sottoscritti; sia in positivo che in negativo.
L’ultimo dato fondamentale è l’Indice Sharpe, ovvero delle possibilità di performance del titolo, al netto del rischio, pari a 0,94. Ma come si traducono questi valori in termini reali: insomma, in parole povere, conviene o no investire in Btp 2046?
Btp 2046: occhio agli interessi
E’ il valore dei tassi di interessi a determinare la validità o meno dello strumento. Come tutti i Buoni del Tesoro Poliennali, anche i Btp 2046 consentono di accedere ad una cedola staccata con cadenza semestrale. Ma investire in questo particolare strumento finanziario, oggi, non è il massimo delle convenienza.
I tassi di interessi, su cui si basano i Btp 2046, sono deboli e difficilmente potrebbero scendere ulteriormente abbattendo le possibilità di guadagno degli investitori. Anche l’inflazione viaggia ai minimi storici e la Bce farà di tutto per alzarla nel breve periodo: altro elemento che determina una netta sconvenienza nell’investimento nei Btp 2046; ma c’è di più.
Btp 2046: sono sicuri?
Essendo un titolo di credito ceduto dallo Stato, acquistandolo contiamo sulla solvibilità del nostro paese in un arco temporale davvero lungo. Siamo sicuri che nel 2046 il Tesoro sarà in grado di pagare il tutto? Quante sono le reali possibilità che l’Italia fallisca prima del 2046?
Il debito pubblico viaggia su valori massimi mentre il deficit continua a crescere: insomma una situazione non ideale che potrebbe evolvere anche in un default; evenienza non esclusa dagli investitori e che Bloomberg stabilisce al 23% per i prossimi dieci anni.
Come tutte le tipologie di Buoni Poliennali del Tesoro a lungo termine, come i Btp 2037, l’investitore si espone a rischi maggiori di volatilità ed a tassi di interesse crescenti. Il tutto si traduce nella reale possibilità di perdere buona parte del valore del Btp.
Insomma sottoscrivere i Btp 2046 non è conveniente per i comuni investitori. L’emissione di questo titolo è indirizzata a rifinanziare il debito pubblico del nostro paese per i prossimi decenni, ma l’acquisto conviene soprattutto alle compagnie di assicurazioni, i fondi pensione ed altri investitori istituzionali che si troveranno ad affrontare pagamenti molto lontani nel tempo. Insomma un prodotto finanziario non utile ai comuni risparmiatori che, acquistando i Btp 2046, si troverebbero ad affrontare rischi notevoli e margini di guadagno minimi.