Tra i tanti elementi che bisogna conoscere per comprendere al meglio il funzionamento del catasto, sono da considerare i codici catastali. Si tratta di una serie alfanumerica che determina i vari comuni del nostro paese. Indicare le varie località attraverso il nome per esteso del comune può essere un’operazione difficoltosa per l’archiviazione dei dati. Una serie di numeri e lettere univoca per tutti i comuni rappresenta quindi il modo migliore per realizzare una più efficace classificazione dei vari paesi italiani.
Se il vecchio codice catastale prevedeva una serie di quattro caratteri, ognuno indicante una determinata informazione, oggi con gli ultimi cambiamenti, le cose sono cambiate. Una lettera accompagnata da un numero, in precedenza, indicavano la provincia nella quale era collocato il comune subito dopo c’erano due lettere che designavano appunto il comune più un’altra lettera che, nel caso, poteva indicare la sezione censuaria.
I primi due caratteri del codice erano riservati al comune ed erano riportati in ordine alfabetico. La sola serie di due A indicano i capoluoghi di provincia. Ma i cambiamenti messi in campo negli ultimi anni hanno letteralmente rivoluzionato il settore dei codici catastali.
Codici catastali, le novità del nuovo Codice Belfiore
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Si chiama codice Belfiore e rappresenta una novità importante per identificare i vari comuni presenti nel nostro paese. In sostanza, con gli ultimi cambiamenti in atto, si è pensato di adattare la serie alfanumerica precedente ai numeri indicanti i comuni presenti già nel codice fiscale. Una lettera e tre numeri identificano quindi le varie località del nostro paese. L’assegnazione del codice è avvenuta attraverso l’ordine alfabetico crescente sull’elenco dei comuni del nostro paese, senza indicare la provincia.
Ed ecco che la prima località riportata nel codice è diventata Abano Terme, descritta con il codice A001 per poi passare ad Abbadia Cerreto indicata con il codice Abbadia Cerreto, Abbadia Lariana con A005, Abbadia San Salvatore indicata con A006 e via dicendo con gli altri comuni. Cambiamenti fondamentali quindi nel riconoscimento dei vari comuni italiani. Ma un elemento che, in alcuni casi, viene aggiunto, è rimasto del vecchio codice catastale. Si tratta della sezione censuaria che rappresenta, come in passato, l’ultima parte del codice identificativo, anche in questo caso.
Nell’attuale classificazione catastale è ancora tollerata la vecchia dicitura che può affiancare, ma non sostituire, il nuovo codice catastale per l’identificazione dell’immobile. Insomma i nuovi cambiamenti decisi nei codici rappresentano senza dubbio una significativa semplificazione per orientarsi all’interno del catasto; ma come si fa a controllare il codice catastale del proprio comune?
Cercare il codice catastale del proprio comune: ecco come si fa
Si tratta di un’operazione estremamente semplice. I dati sui vari comuni con i codici catastali identificativi delle varie località sono ormai presenti sul web. Sono tanti i siti internet che permettono di scoprire il codice identificativo che caratterizza i vari comuni italiani. Attraverso un inserimento delle varie località in ordine alfabetico, è possibile trovare immediatamente il codice alfanumerico che identifica la propria città.
Anche il sito dell’Agenzia delle Entrate consente di accedere alla lista completa dei comuni con i vari codici identificativi. Si tratta di un’apposita sezione del portale nel quale l’utente può orientarsi con estrema facilità. Ma qual è la funzione del codice catastale?
Codici catastali: le funzioni per la classificazione degli immobili
Sono tanti i casi in cui è indispensabile inserire i codici catastali della proprio casa. Dalla compravendita immobiliare al pagamento dei vari tributi, l’inserimento dei codici può risultare essenziale in varie tipologie di operazioni che riguardano da vicino il proprio stabile. Perciò inserirlo in maniera corretta è indispensabile per effettuare delle operazione che vadano a buon fine.
Ma può accadere, in malaugurati casi, che l’iscrizione del codice catastale possa risultare sbagliata. Si tratta di un’eventualità davvero ricorrente e che può comportare problematiche anche di difficile soluzione. Nel caso in cui sia il contribuente a commettere l’errore la soluzione può essere rifare il pagamento.
Errore dell’inserimento dei codici catastali: come rimediare
Insomma pagare due volte l’importo previsto per poi richiedere nuovamente il rimborso è, quindi, il modo più utilizzato per riparare ad uno sbaglio commesso nella compilazione delll’apposito modulo F24 richiedendo, successivamente, il rimborso delle somme che sono state versate per sbaglio. Si tratta di un’operazione che può andare davvero per le lunghe costringendo il contribuente a ricorrere ai vari uffici.
Ma lo sbaglio può essere commesso anche da figure intermediarie. Può accadere, in sostanza, che sia la banca o l’operatore dello sportello dell’ufficio postale che, per un’errata digitazione sul terminale, componga un codice catastale anziché un altro.
In questo caso si può porre rimedio alla problematica presentando all’ufficio, nel quale l’utente ha effettuato il pagamento, il modello F24 con le voci inserite correttamente. Si tratta di un’operazione che non prevede nessun tipo di costo e che si realizza al momento in cui il cliente presenta una domanda di correzione con, in allegato, la copia del pagamento con l’esatta indicazione del codice catastale del comune dove è situato l’immobile.
Un ulteriore passaggio, in questo caso, può mettere ancora più al riparo da eventuali ulteriori complicazioni riguardo l’operazione di pagamento di quanto dovuto. Si tratta della consegna della richiesta di correzione, per conoscenza, al comune nel quale è ubicato l’immobile. Il documento può essere inviato anche via mail.
Il comune che ha ricevuto per errore la somma da parte del contribuente non può agire in alcun modo per rimborsare il cliente dell’istituto di credito o della posta. Il rapporto tra gli intermediari ed i vari utenti è infatti di tipo privatistico e gli enti comunali, come tutte le altre istituzioni, non possono sapere in alcun modo chi ha effettuato il versamento per errore.
La correzione del modello, per lo sbaglio dei codici catastali, può essere richiesta, infatti, solo dal contribuente che ha effettuato il versamento. Presentando la documentazione necessaria il pagamento verrà immediatamente dirottato sul comune esatto senza nessun tipo di mora applicata.
I regolamenti, con la spiegazione passo passo sulla rettifica di pagamento nel caso di errata digitazione del codice catastale, vengono spiegati nella maggior parte dei siti istituzionali dei vari comuni.
Per essere sicuri di non incorrere in qualsiasi tipo di errore è indispensabile cercare bene il codice catastale che identifica il proprio comune utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione.
Come scoprire il codice catastale del proprio comune
Basta controllare il proprio codice fiscale per essere sicuri del codice catastale del proprio comune. Non tutti sanno, infatti, che nella serie alfanumerica che identifica ogni individuo del nostro paese, può essere estratto il codice catastale da inserire con estrema sicurezza, nel proprio modello f24 per il pagamento dei tributi come l’Imu e la Tasi.
Nel proprio codice fiscale basta controllare gli elementi che compongono la serie dal quintultimo al penultimo carattere. Sarà una lettera a rappresentare il primo elemento presente nel proprio codice catastale a cui seguiranno tre numeri, l’ultima lettera è esclusa dall’identificazione del comune.
Naturalmente per l’identificazione del codice catastale attraverso il codice fiscale, è possibile esclusivamente nel caso in cui il proprio comune di nascita sia lo stesso nel quale è localizzato l’immobile oggetto del pagamento dell’imposta. In caso contrario, come detto in precedenza, basta recarsi sui vari siti internet o lo stesso portale dell’Agenzia delle Entrate nell’apposita sezione dedicata al pagamento delle imposte. Insomma conoscere oggi questo dato è tanto semplice quanto essenziale per evitare di incorrere in errori.