TAN: Come si calcola ed a cosa serve

Il TAN ,ovvero Tasso di Interesse Nominale,  è il tasso di interesse puro che si applica a un finanziamento: rappresenta l’interesse annuo calcolato sul prestito, cioè la somma in più che va riconosciuta al finanziatore al termine dell’anno maturata sull’importo erogato. Bisogna però precisare che nei normali piani di ammortamento di prestiti e mutui l’interesse non viene pagato in un’unica soluzione a fine anno, ma viene ripartito su ogni rata in scadenza. In particolare, nei piani di ammortamento alla francese, la quota interesse viene restituita con la rata all’ inizio del periodo di rimborso è superiore a quella della quota capitale, diminuendo dopo ogni rata. Nelle ultime rate, invece, si rimborsa quasi esclusivamente soltanto la quota capitale del prestito o del mutuo contratto.

Come calcolare la ripartizione della quota in un ammortamento alla francese

La ripartizione delle quote interesse e capitale con ammortamento alla francese fa sì che il tasso effettivo di interesse non coincida con il tasso di interesse nominale, e anzi risulti in realtà superiore: ad esempio, un prestito al tasso annuo nominale del 20% garantirebbe un tasso effettivo del 20% solo se il saldo degli interessi avvenisse con un solo pagamento a fine anno. In caso di rimborso rateale degli interessi, il tasso effettivo supera il TAN: ad esempio, in caso di rateizzazione mensile del prestito di cui sopra il tasso d’interesse effettivo sarebbe del 22% e non del 20%.

Il calcolo del TAN in formule

Da un punto di vista matematico il calcolo del TAN può essere espresso nel seguente modo:

Jk = ik*K; dove Jk esprime il TAN, ik il tasso d’interesse effettivo periodale e K il numero di capitalizzazioni per anno.

Con tale formula sarà possibile calcolare il TAN per qualsiasi periodo di durata abbia un finanziamento.

Ad esempio un costo di 50 Euro su un finanziamento di 1.000 Euro rimborsato dopo un anno vuol dire pagare il 5%. Ciò corrisponde al Tasso Annuo Nominale (T.A.N.) del prestito.

Tuttavia le rate del mutuo sappiamo bene che non si pagano annualmente, ma solitamente sono mensili trimestrali o semestrali. Per questo esiste il tasso effettivo, ovvero il costo della rata coi relativi tassi d’interesse rincarati.

Se consideriamo un prestito al Tasso Nominale del 5% annuo. Se il pagamento avviene semestralmente (2 rate all’ anno) il Tasso Effettivo sarà pari al 5,06%. Con il pagamento mensile (12 rate annue) ammonterà al 5,12%. Invece un Tasso Nominale del 20%, regolato con pagamento mensile aumenterà fino al 21,9%, con una differenza di quasi due punti rispetto al Tasso Nominale.

Un approfondimento: il finanziamento a Tasso Zero esiste davvero?

Relativamente al TAN è molto importante sottolineare come negli ultimi tempi si siano diffuse formule di finanziamento promozionali per invogliare i clienti ad acquistare a rate. Queste promozioni vengono annunciate come finanziamenti a tasso ZERO.

Ad esempio, se si acquista un’automobile a 12.000 euro in 4 anni a interessi zero, approfittando di questo fattore potremmo pagare 48 rate mensili a 250 euro al mese (250×48=12000), per una somma totale identico al finanziamento stesso.
Questo, in un mondo ideale dove tutto proceda secondo quanto vorrebbe aspettarsi il contraente del finanziamento.

Dove può essere il trucco? È molto semplice: oltre al TAN, esiste anche il TAEG, che, come descritto nella guida sul Tasso Annuo Effettivo Globale, indica il costo reale del finanziamento e che non è necessariamente pari anch’esso a zero nei finanziamenti indicati come a tasso zero. Il TAEG infatti è costituito da costi aggiuntivi relativi al prestito, sebbene non indicativi di interessi, ma si tratta in ogni caso di ulteriori spese accessorie come ad esempio quelle che possono riguardare incasso di rate, assicurazioni obbligatorie, spese di avvio delle pratiche, che possono essere fatte gravare direttamente su chi acquista il bene, in tutto o in parte. Quindi, se gli interessi sono effettivamente zero, non è detto che non ci siano ulteriori costi rilevati indicati dal TAEG, in quanto trattasi di spese accessorie e non di interessi. Le spese di istruttoria pratica possono arrivare anche al 5% del costo del bene in vendita.

Valutiamo attentamente tali promozioni, perché quasi mai si hanno  interessi zero allo stato puro, tranne che in specifiche formula di mutuo spiegate in questo articolo. Il prestito comporta sempre dei costi, che spesso i venditori  fanno pagare ai propri clienti in modo non sempre trasparente.

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