Il periodo di instabilità del settore bancario è lungi dall’essere superato. Le caratteristiche e l’esposizione debitoria di alcuni importanti gruppi del nostro paese destano ancora preoccupazione sia per gli investitori che per i correntisti. Insomma lo spettro del bail in è ancora dietro l’angolo perciò documentarsi sulla condizione che vive il proprio istituto di credito è importante, per evitare di incorrere in brutte sorprese come il prelievo forzoso. Un valore che permette di stabilire le condizioni di un istituto di credito è il CET 1 Ratio delle banche.
Con questo particolare indicatore, in pratica, gli analisti riescono a definire le risorse primarie con cui la banca conta di far fronte ai rischi correlati alle sofferenze e dai crediti deteriorati. L’esposizione degli istituti di credito che spesso si adoperano nella concessione di prestiti, mutui e finanziamenti verso soggetti che potrebbero incorrere in sofferenza o di crediti poi non esigibili rendono spesso problematiche le condizioni degli istituti di credito. Si tratta di un problema ancora di drammatica attualità e che spesso vede lo Stato sborsare per ripianare i bilanci delle banche.
Attualmente questo importante aspetto è oggetto di regolamentazione della Banca Centrale Europea che ha definito il limite di CET 1 Ratio all’8%. Al di sotto di questo limite l’istituto di credito viene sottoposto all‘amministrazione straordinaria, una situazione che si è ripetuta nel nostro paese con Banca Etruria e Veneto Banca, i due istituti di crediti balzati agli onori della cronaca per le condizioni di forte sofferenza. Anche Poste Italiane è sottoposta a questo tipo di valutazione con un CET 1 Ratio che viene stabilito al 15,89%. Un margine che fa dormire sogni tranquilli agli investitori e che rende la compagnia una delle entità più solide del nostro paese. Più complessa la situazione di alcune banche.
Cet1 Ratio delle principali banche italiane
I più grandi istituti di credito del nostro paese vivono una condizione di sufficiente stabilità per quanto riguarda l’esposizione debitoria e la solvibilità. Ma sono Banca Finnat e Banca Profilo a posizionarsi ai vertici della speciale classifica per la sicurezza con un Cet1 Ratio che raggiunge i ventisette punti percentuali, segue la Banca della Sardegna con una percentuale del 20,74%.
Solida la situazione di Banca Fineco con un Cet1 Ratio pari al 20,43% mentre scende al di sotto dei venti punti percentuali Banca Mediolanum con il 18,80%, seguita da Banca Generali e Banca Intesa, entrambe con un punteggio di 13,40%, Ubi Banca del 13% e Banco Popolare al 12,70%.
Cet1 Ratio dell’11,98 per il Monte dei Paschi di Siena mentre il Credito Valtellinese si posiziona su un gradino immediatamente successivo con un punteggio di 11,70. Poco oltre gli undici punti il Cet1 Ratio della BPM con 11,44 punti e della Banca Popolare di Bari con l’11,03%. Unicredit, invece, mostra un valore del 10,53%, Banca Sella si posiziona una posizione immediatamente inferiore con il 9,37% mentre Bnl si attesta al nove.
Al di sotto della quota considerata a rischio, come abbiamo detto in precedenza, troviamo Veneto Banca con il 7,12% e la Banca Popolare di Vicenza con il 6,81%.
I rischi per correnti ed investitori in caso di fallimento della banca
Riguardo questo aspetto è utile tenere presente che i conti correnti ed i conti deposito, con un importo fino a centomila euro, sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela. Si tratta di un fondo in grado di ripagare le perdite in caso di default delle banche, anche se secondo molti risulta comunque insufficiente per garantire tutti i correntisti, soprattutto delle grandi banche.
Un discorso diverso riguarda, invece, gli azionisti. Questi ultimi, secondo un particolare ordine gerarchico, sono i primi a dover pagare in caso di insolvenza, seguiti dagli obbligazionisti, dai creditori non garantiti ed, infine, dai depositanti, ma solo per quote superiori al fatidico limite dei 100mila euro. Per maggiori informazioni, leggi la guida sul bail-in.