Il codice IBAN, International Bank Account Number è una serie alfanumerica che si compone di un numero ben preciso di cifre e lettere ognuna indicante un determinato elemento. I primi due caratteri, che introducono il codice, indicano lo Stato mentre i due numeri successivi sono le “cifre di controllo”.
Un cambiamento radicale ha caratterizzato l’utilizzo del codice IBAN che, dal primo gennaio del 2008, identifica anche i pagamenti realizzati nel nostro paese. In precedenza l’indicazione era utilizzata per i pagamenti “transfrontalieri”. Negli ultimi anni, infatti, il codice IBAN è stato utilizzato sostituendo le vecchie coordinate bancarie come i codici ABI, CAB e quello di conto corrente.
La trasformazione è legata alla realizzazione dell’area unica di pagamenti in euro, la SEPA. Si tratta dei paesi del vecchio continenti che rientrano nell’Unione Europea a cui si aggiungono i paesi associati, cioè dell’EFTA ed il Principato di Monaco.
IBAN, finalità ed utilizzo
Rendere più semplice le transazioni tra le attività economiche di piccole e medie dimensioni e tra le persone fisiche. La finalità dell’IBAN è quella di annullare le varie differenze che, anche tra paesi europei, esistevano riguardo i codici di controllo.
Si tratta di un codice di sicurezza che, però, non viene utilizzato in tutti i paesi del mondo perciò l’uso del codice SWIFT può essere ancora indicato in determinate aree.
Nel nostro paese, invece, è ormai obbligatorio, sia per i bonifici realizzati in Italia che per i pagamenti indirizzati verso altri paesi, sempre appartenenti all’area SEPA. Realizzare un bonifico senza l’indicazione del codice IBAN prevede, ora, una serie di costi maggiori, ma non è tutto.
Sono tante le banche che non accettano transazioni realizzate senza l’indicazione di questa fondamentale serie alfanumerica. Nel solo caso in cui sia il beneficiario che l’autore del bonifico siano clienti dell’istituto di credito l’istituto potrebbe consentire l’operazione, ma non sempre.
Come detto in precedenza l’IBAN si inserisce in una serie precisa di codici realizzati allo scopo di rendere più sicure ed identificabili le transazioni realizzate tra utenti di diverse banche nell’area europea di libero scambio.
Oggi il codice IBAN ha sostituito una serie di codici che venivano utilizzati in Europa del tutto incompatibili tra loro. E’ importante tenere presente che questi determinati codici non sono, però, andati nel cassetto. L’utilizzo delle sequenze numeriche può risultare ancora necessario, in alcuni precisi casi. Sono tanti gli elementi, relativi ad una transazione, a cui si può risalire attraverso i vecchi codici.
Gli altri codici
Il numero di conto corrente è, ad esempio, ancora utilizzato e molto importante. Si tratta di una sequenza alfanumerica che include dodici caratteri. Il codice, in pratica, identifica il conto corrente in una determinata filiale di banca. La digitazione della serie di numeri può essere realizzata anche omettendo eventuali barre o trattini quando riportati. Nel caso in cui questo codice abbia una lunghezza inferiore ai 112 caratteri, deve essere preceduto da un numero di zeri pari a ai caratteri mancanti.
Come abbiamo detto il codice IBAN è andato a sostituire, tra gli altri, il codice ABI. Si tratta una serie di cinque cifre che identifica l’istituto bancario. Un insieme di numeri la cui assegnazione avviene dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI). Anche il Codice di Avviamento Bancario, il CAB, è di fondamentale importanza. Si tratta, in questo caso, di una sequenza numerica di cinque cifre che indica la filiale della banca. Entrambi i codici (ABI e CAB) vengono utilizzati per l’identificazione dell’istituto di credito dove è presente il conto corrente.
A queste determinate serie numeriche si aggiunge il Codice CIN. Il Control Internal Number si compone di una sola lettera. Si tratta di un carattere il cui utilizzo è finalizzato al controllo della correttezza dei codici ABI, CAB, il numero di conto corrente e si produce attraverso una serie di calcoli. La mancata corrispondenza del CIN indica un errore di indicazione dei codici. La digitazione del CIN può essere omessa per l’utilità, strettamente di controllo, a cui è finalizzata.