Tra coniugi e non solo, il conto corrente cointestato può essere comodo. Purtroppo, però, si deve fare anche attenzione alle insidie che questa scelta comporta. Ecco come funziona e cosa vedere per essere certi che il conto sia sicuro.
Come funziona sul conto corrente cointestato presunzione? Quali sono le normative di riferimento a cui fare attenzione?
Cosa dice la Corte di Cassazione
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La Corte di Cassazione stabilisce i criteri di riferimento tra conto corrente cointestato e presunzione. La Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi con la sentenza n°1646/14. In questo modo si è chiarito che, se il conto è cointestato, ognuno può considerare in suo possesso il 50% della somma presente sul conto.
Per esempio, se il conto ha 1000 Euro, ognuno dei due cointestatari potrà considerare suoi 500 Euro. Sarà comunque autorizzato a prelevare di più, finché c’è denaro disponibile. Se, però, prende più di quanto di sua proprietà, sarà in automatico debitore con l’altra persona intestataria del conto. Quindi, dovrà pagare il debito, semplicemente rimettendo la somma presa in prestito sul conto cointestato.
In questo caso, si configura un prestito tra privati. Quindi, il fatto che ci sia con il conto corrente cointestato presunzione che metà della somma sia di un’altra persona, questa dovrà anche vedersi riconosciuti gli interessi.
Chi preleva di più, quindi, deve rimettere sul conto quanto ha preso (= quota capitale) e gli interessi da valutarsi.
Perché prendersela con la banca è inutile
Prendersela con la banca perché non si sa che l’altra persona ha fatto un prelievo o perché mancano contanti è inutile. Infatti, dato che gli intestatari sono due, entrambi possono agire sul conto. Quindi, la banca non può rifiutarsi se quella persona decide di prelevare tutto senza informare l’altro intestatario.
In più, se si tratta di coniugi, si ha anche la presunzione che il coniuge sappia che quel denaro è stato ritirato, anche se non ce n’è alcuna prova.
Cosa fare davvero
Cosa fare davvero quando avvengono delle controversie sul conto cointestato? Si deve sfruttare la presunzione a proprio vantaggio.
Infatti, prelevando più del dovuto, in automatico si diventa debitori con l’altra persona. Per questo, non c’è bisogno di un contratto o di un accordo a monte. Diventa subito un prestito. Quindi, all’altra persona intestataria del conto basta richiedere un estratto all’istituto di credito e fare una denuncia in caso di mancato pagamento.
Quanto tempo aspettare? Prima di tutto, si dovrebbe sempre cercare un accordo tra le parti. Così, la situazione si può appianare senza ulteriori controversie. Il consiglio è di redarre lo stesso un documento che indichi quanto è stato prelevato e quando tutto è stato restituito.
Se l’altro intestatario si rifiuta di pagare gli importi dovuti, allora si potrà procedere tramite avvocati. La prima cosa da fare è prima fare una lettera e trovare una soluzione extragiudiziale, anche se sono già intervenuti gli avvocati.
Se la questione continua, allora si potrà chiedere giustizia in tribunale (è una causa civile) e ci si potrà appellare a quanto già messo nero su bianco dalla Cassazione nel 2014.
Attenzione alle prescrizioni
Anche se c’è una sentenza su conto corrente cointestato e presunzione, conviene sempre stare attenti ai tempi e agli importi. Per poche decine di Euro, potrebbe non valere la pena seguire l’iter giudiziario: dopo due anni, si potrebbe considerare il debito saldato.
Di conseguenza, il debitore potrebbe “farla franca”. Invece, se gli importi sono davvero elevati, una volta ottenuta l’approvazione dal giudice, si potrà procedere ad aggredire i beni del debitore. A quel punto, è necessario stare attenti e vedere se questi risulta o potrebbe risultare in futuro nullatenente.
Per tutelarsi, è necessario scegliere un conto corrente cointestato che obblighi le parti con la banca, in modo tale che entrambi siano “costretti” a lasciare sempre qualcosa sul conto. Così, in caso di problemi, il debitore dovrà vedersela con la banca.