Il conto corrente valutario è una forma di investimento di facile portata, in grado in un certo qual modo, di tutelare i clienti e i loro risparmi da un eventuale tracollo monetario. Tuttavia, non solo è uno strumento che sa dare garanzia di un buon rendimento economico, ma ha altri numerosi vantaggi da scoprire. La cosa necessaria è dunque quella di raccogliere le dovute informazioni prima di procedere all’apertura di un conto corrente valutario, per capire se esistono margini di rischio per i nostri risparmi.
L’apertura di un conto valutario è uno strumento importante che serve ad investire e difendere il proprio capitale qualora la moneta italiana andasse in crisi. La semplicità nel diventare possessori di questo conto è da tenere in considerazione, purché le banche lo permettano, dal momento che non tutti gli istituti bancari offrono una simile chance.
Sicuramente il motivo per cui vale la pena aprire un simile conto è perché risulta essere il mezzo più celere che consente di investire del capitale su una moneta differente, e che sia più forte.
Conto corrente valutario: le caratteristiche
Aprire un conto valutario non comporta nulla di differente rispetto ad altri conti, dal momento che si effettua un classico deposito bancario. La sola distinzione è che si deve affrontare una spesa per ottenere il cambio monetario.
I costi a cui far fronte di solito sono come un normale deposito bancario, in aggiunta al costo del cambio di valuta, ovverosia lo spread tra soldi e liquidità in moneta straniera. Alessandro Capuano, direttore generale di Ig Markets spiega che «Va detto che non tutti gli istituti offrono un servizio simile e che si tratta di un forma di investimento semplice. Che certo protegge dal rischio valutario, costituito da un eventuale crack dell’euro ma che certo non può garantire alcun rendimento in prospettiva, a meno di un nuovo rafforzamento della valuta straniera».
I mezzi finanziari che coinvolgono direttamente la valuta fanno parte solo di capacità di mirati operatori specialisti, come gli hedge fund, dunque può apparire difficile fare una scelta in tal versione. La soluzione è dunque, in via del tutto teorica, convertire il proprio deposito in titoli di Stato o franchi svizzeri.
Legge sul conto corrente valutario
La legge sulle valute prima dell’odierna liberalizzazione era quella del 1990. Tra le tante regole, essa prevedeva un’attenta analisi di quelli che erano i conti di valuta, che fossero conti corrente valutari, conti di attesa, conti speciali, conti transitori e così via.
Con la legislazione di oggi invece all’indomani dell’eliminazione del monopolio dei cambi, l’articolazione prima vigente non vale più. I cari tipi di conti di valuta sono da ricondurre ad una sola tipologia di conti, che siano essi aperti in banche nazionali che in quelle estere. I conti e depositi all’estero si possono aprire liberamente, rispettando le norme del Paese stesso, e non esiste l’obbligo da parte di un cittadino italiano di segnalare un’eventuale comunicazione valutaria statistica.
Oggi che esiste la moneta unica europea, i conti aperti nelle divise dei Paesi non hanno più la medesima portata di prima. Tuttavia molti gestori bancari hanno continuato a polari in essere per motivi legato alla mancata conversione delle evidenze contabili. Comunque sia il loro uso non è più smoderato come prima anche se le banche si sono premurate di convertire in euro tutti quelli aperti prima dell’anno 2001.