Introdotta dal Decreto Salva Italia, quella del bollo rappresenta un’imposta applicata indiscriminatamente su tutti i conti correnti con un importo superiore ai cinquemila euro, comprese le giacenze depositate sui conti postali. L’importo è di meno di tre euro mensili, ovvero 34,20 euro annuali per le persone fisiche che si trasforma in 100 euro per le aziende.
L’applicazione dell’imposta di bollo è prevista anche sui libretti di risparmio postale, sui prodotti di investimento finanziario come i buoni fruttiferi postali, sempre con una soglia stabilita a cinquemila euro. Anche i conti deposito prevedono l’applicazione dell’imposta in misura del 2% contro l’1,5% previsto nel passato mentre per le persone giuridiche l’imposta è applicata solo con il superamento del limite di quattordicimila euro.
Imposta bollo sui conti correnti: l’applicazione
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Sempre per le persone fisiche, come detto, l’imposta di bollo sui conti correnti ammonta ad un importo di 34,20 euro in tutti i casi e senza particolari eccezioni. La somma viene prelevata direttamente sul conto corrente bancario o postale a cadenza trimestrale. Avremo, quindi, un prelievo di 8,55 euro ogni tre mesi o un pagamento mensile di 2,85 euro. Tale imposizione è rimasta inalterata anche nel 2016.
Messo in campo dal Governo di Mario Monti, l’imposta di bollo conto corrente si applica sui depositi bancari e sui rendimento dei libretti di risparmio come anche sui prodotti finanziari. A stabilire le modalità di pagamento e di esenzione è la Circolare 15/E dell’Agenzia delle Entrate. In pratica l’imposta è calcolata prendendo in considerazione la giacenza media del conto corrente in un anno.
Anche per le aziende, le imprese, le associazioni ed i professionisti il versamento della quota è previsto nel caso in cui l’importo superi i cinquemila euro; cambia, però, la quota da pagare che passa a cento euro ogni anno. Anche in questo caso l’applicazione dell’imposta avviene a cadenza trimestrale con un addebito di 33,33 euro sul conto o, in alternativa, di 8,30 al mese.
Imposta bollo: su quali prodotto si paga
Come chiarisce l’Agenzia delle Entrate, il bollo è previsto anche sulle comunicazioni periodiche dei prodotti finanziari. In questo caso l’ammontare è pari all’1,5% sui rapporti tra gli enti gestori e le fondazioni bancarie. Non sono tenuti al pagamento dell’imposta, invece, i rapporti tra gli enti gestore ed i Confidi, le associazioni senza fini di lucro e di tipo associativo. Con il termine Confidi si indica un organismo organizzato in una struttura di tipo cooperativo o consortile che si occupa di garantire ed agevolare l’accesso al credito alle piccole e medie imprese che operano nel nostro paese.
Al pari dei Confidi, esclusi dall’imposta bollo sui conti correnti, anche gli enti riconducibili alla Pubblica Amministrazione, non essendo considerati dei cliente delle banche nella classica accezione del termine. Sono esenti, infine, dall’imposta di bollo anche i prodotti di tipo finanziario emessi dalle società industriali.
Imposta bollo sui conti correnti: come viene calcolata la giacenza media?
Il tema del pagamento dell’imposta di bollo sui conti correnti, sui depositi e sugli investimenti di vario genere è regolamentato, dalla Legge e si basa essenzialmente su un valore importante per la determinazione del patrimonio di un soggetto: la giacenza media ovvero la somma che, in media, è depositata sul conto corrente, sul conto deposito o nei vari prodotti finanziari accennati in precedenza.
Da ciò ne deriva che, nel caso in cui nei primi sei mesi sia presente sul conto corrente una somma pari a tremila euro e magari in quelli successivi di oltre cinquemila, il pagamento dell’imposta bollo non è prevista per il primo periodo dell’anno; quando, cioè, l’ammontare era inferiore ai cinquemila euro. Nel periodo successivo nel quale la somma ha ”sforato” il limite, si pagherà un importo pari ad 8,55 euro per ogni trimestre.