Il pignoramento del conto corrente da parte di Equitalia è un aspettp che desta da sempre molto interesse da parte dei contribuenti nel nostro paese. L’attenzione per il tema è ulteriormente aumentata quando, nei mesi scorsi, i vari mezzi di informazione hanno riproposto la riscossione tributaria ed in particolare l’argomento del pignoramento del conto corrente Equitalia, nell’ambito del passaggio della gestione dei tributi tra Equitalia e l’Agenzia delle Entrate.
E se l’accantonamento di Equitalia potrebbe sembrare una buona notizia per gli italiani, una vera e proprio batosta potrebbe derivare dalla maggiore facilità con la quale sarà possibile pignorare il conto corrente per le pendenze con il Fisco. Chiunque ha debiti fiscali, infatti, o ha ricevuto una cartella esattoriale di Equitalia, può perdere con maggiore facilità il proprio denaro sul conto corrente. Attraverso l’utilizzo della banca dati dell’anagrafe tributaria dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, il pignoramento può avvenire in tempi molo stretti rispetto al passato per la maggiore quantità di dati immediatamente disponibili all’Agenzia.
Insomma si accorciano le tempistiche e diminuiscono le procedure necessarie per effettuare i pignoramenti per il mancato pagamento dei tributi, con inevitabili ricadute sui tanti contribuenti italiani che negli anni scorsi non sono riusciti ad adempiere appieno alla pendenze con il Fisco.
Pignoramento conto corrente Equitalia, i chiarimenti di Equitalia
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A chiarire la questione del pignoramento del conto corrente è la stessa agenzia di riscossione che ha precisato come la possibilità di effettuare la procedura in maniera diretta e rapida è prevista, in realtà, già dal 2005 quando le normativa per la riscossione ha subito una serie di modifiche che ne hanno accorciato radicalmente i tempi.
E’ il famoso ‘‘pignoramento diretto”, il provvedimento che, come spiegato dall’ente di riscossione che si appresta ad essere sostituita dall’Agenzia delle Entrate, prevede l’intervento dell’Autorità giudiziaria anche per i pignoramenti effettuati sui conti correnti.
La procedura di pignoramento
Insomma il pignoramento diretto esiste, ormai, da dodici anni e poco o nulla cambia per quanto riguarda i tempi ed i modi della procedura. L’uso delle banche dati, però, faciliterà non poco il pignoramento che, come detto, risulterà molto più semplice alla luce delle informazioni a cui potrà accedere l’ente di riscossione.
Tutto ciò è particolarmente evidente soprattutto per quanto riguarda le cartelle esattoriali. Trattandosi di un atto esecutivo a tutti gli effetti, il pignoramento può essere effettuato, con i nuovi strumenti, a decorrere dai sessanta giorni dall’invio della notifica e dal mancato pagamento del debito. Nessun giudice dovrà dare il via al procedimento che si attiverà in automatico. Per fortuna, però, ci sono ancora delle limitazioni ben precise oltre cui l’azione dell’ente di riscossione non può andare; vediamo quali.
Pignoramento conto corrente Equitalia: i limiti
Per quanto riguarda le pensioni, il pignoramento non può toccare in alcun modo le somme versate precedente alla procedura mentre resta intoccabile la somma pari al triplo dell’assegno sociale (leggi in questa guida di cosa si tratta ed a quanto ammonta). Parliamo, in sostanza, della cifra di 1.345 euro, prevista per il 2017.
Nel caso in cui la pensione viene versata sul conto corrente successivamente al pignoramento, la quota ”al sicuro” dalle mani del Fisco è quella dell’assegno minimo aumentato della metà, ovvero 672 euro. Gli stipendi, come spiegato in questa guida, vengono pignorati nella misura di un quinto in caso di debito superiore a cinquemila euro. Nulla è cambiato sul fermo dell’auto mentre sono state ampliate le possibilità di pignoramento sugli immobili.
Anche se la prima casa è resta intoccabile, a cambiare sono le modalità di calcolo del valore degli immobili che vengono presi in considerazione nell’insieme e non singolarmente come in precedenza. Superato il valore complessivo di 120mila euro, il pignoramento può essere applicato.