TRN bonifico: come si individua e a cosa serve

L’insieme di codici che caratterizzano il sistema bancario è davvero sconfinato. Serie numeri in grado di garantire un alto grado di sicurezza ed utilizzati per l’individuazione delle transazioni. Anche i bonifici vengono accompagnati da precisi numeri.

Si chiama codice TRN per il bonifico e rappresenta un riferimento di primaria importanza per l’istituto di credito, insieme al CRO, altro codice spiegato in un precedente articolo. E’ la stessa banca che assegna il codice TRN per il bonifico. E’ importante che, in caso di mancata indicazione sulla ricevuta del bonifico che si desidera realizzare, sarà la banca stessa a richiederlo.

I due codici, il CRO, sigla che sta per Codice di Riferimento Operazione ed il TRN (Transation Reference Number) sono direttamente correlati, anche se il TRN non contiene, in ogni caso, il CRO. E’ indispensabile tenere presente, infatti, che il TRN si compone di un numero determinato di numeri. Una serie precisa di cifre tra cui è compreso il CRO. Ai caratteri che vanno dal sesto al sedicesimo numero, infatti, corrisponde il Codice di Riferimento Operazione.

L’utilizzo del TRN è finalizzato all’individuazione di un determinato bonifico dagli altri e può essere richiesto alla banca in qualsiasi momento.

Codice CRO e TRN per il bonifico: formulazione ed utilizzo

Come detto in precedenza sono tanti gli aspetti che accomunano ed, allo stesso tempo, differenziano il codice CRO ed il TRN. Si tratta di due serie di caratteri che servono ad identificare il bonifico.

Il Codice di Riferimento Operazione è stato utilizzato fino all’adozione di un altro circuito: il SEPA, la modalità di identificazione delle transazioni che ha accomunato i vari paesi della Comunità Europea e non solo. Dall’entrata in vigore di questa particolare modalità di identificazione dei bonifici, il CRO è stato in parte sostituito dal TRN.

Sono undici i caratteri che compongono il Codice di Riferimento Operazione: è importante tenere presente che, in questo caso, si tratta essenzialmente di cifre numeriche.

Passano a trenta i caratteri, invece, per il TRN. In questo caso si tratta di una serie che comprende sia numeri che lettere.

Prendendo in considerazione sia il CRO e il TRN non è possibile, però, individuare la realizzazione o meno di un bonifico anche se, attraverso una serie di controlli, si può verificare la correttezza dell’operazione. Ma come si può controlla, invece, l’esatta formulazione di un codice TRN?

TRN: quando è corretto?

Basta controllare le caratteristiche del codice per valutarne la correttezza. Come detto la presenza di trenta cifre è una delle particolarità che denota la correttezza del TRN, ma non l’unica. La serie deve essere composta da numeri e lettere.

Anche la corrispondenza dal sesto al sedicesimo carattere con il codice CRO è una garanzia di correttezza. In tutti i casi i due caratteri che, concludono la serie, devono essere alfabetici.

Nel caso del CRO, invece, è di undici il numero di caratteri che deve comporre il codice. Si tratta, in questo caso, di cifre  e non lettere. Le ultime due cifre devono essere, inoltre, il risultato della divisione modulo 13 dei primi nove numeri.

Le altre coordinate bancarie

Identificare un conto corrente come un bonifico bancario, in qualsiasi istituto di credito, può essere un’operazione realizzabile attraverso il numero di conto corrente e la banca stessa. La scarsa praticità nell’indicazione della filiale, però, ha favorito lo sviluppo di altre formule.

Si tratta di codici che possono essere riassunti un unico termine: le coordinate bancarie. L’introduzione dell’IBAN, reso obbligatorio dal 2008 anche per le transazioni in Italia, ha reso più semplice l’individuazione di un conto corrente. Si tratta di una modifica avvenuta in relazione all’istituzione dell’area SEPA, destinata ai pagamenti nell’Unione Europea.

Oltre al conto corrente, quindi, le coordinate bancarie comprendono, ora, il Codice ABI che consente l’identificazione di ogni istituto di credito grazie all’assegnazione dell’Associazione delle Banche Italiane. Il CAB, sigla che sta per Codice di Avviamento Bancario, si compone di cinque numeri ed identifica la filiale della banca.

Il Codice BBAN (Basic Bank Account Number), invece, rappresenta una serie numerica in grado di identificare la coordinata bancaria nazionale. Si tratta di un codice che viene utilizzato per ogni paese europeo e definito dalla banca centrale. Si compone di 23 caratteri tra cui il codice CIN di un carattere, il codice ABI e il CAB entrambi di cinque cifre ed il numero di conto corrente di dodici caratteri alfanumerici.

 

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