Considerato sempre più comunemente come l’investimento sicuro per eccellenza, il conto deposito rappresenta uno dei prodotti più utilizzati nel nostro paese, da un’utenza poco propensa al rischio. Anche se nella maggior parte delle volte il conto deposito ha un unico intestatario, può accadere che, per vari motivi, il prodotto venga sottoscritto da più soggetti. A questo punto avremo un conto deposito cointestato ed accessibile a due o più soggetti che possono operare autonomamente come titolari.
Sono due i modi per cointestare un conto deposito: con la firma congiunta che consente ad entrambi i soggetti di gestire il denaro, ma anche di controllarlo attraverso la controfirma. In questo modo le transazioni che coinvolgono il conto deposito cointestato devono essere autorizzate, per ogni tipo di operazione, mettendo a riparo entrambi i soggetti da movimenti non desiderati.
Si tratta della soluzione ideale, ad esempio, per chi ha un’impresa e intende cointestare il conto deposito con uno dei soci. Seppur poco utilizzato, il conto deposito aziendale rappresenta un valido strumento per gli imprenditori che intendono accedere ad un ulteriore investimento o semplicemente depositare il proprio denaro.
Conto deposito cointestato: come funziona?
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Si chiama conto cointestato quando i titolari sono due o più persone. E’ la banca a consentire la sottoscrizione del conto ad uno o più soggetti con un numero massimo di persone. E poi ci sono gli istituto di credito che non concedono alcun tipo di conto deposito cointestato; insomma il mercato, come sempre accade, è davvero vario.
Il primo passo, per aprire un conto deposito cointestato, è la sottoscrizione di un conto corrente ”classico”. Si tratta di un passaggio fondamentale e richiesto da tutte le banche per fare in modo il deposito abbia un ”appoggio”.
Gli istituti di credito richiedono, dunque, l’indicazione del codice Iban per trasferire il denaro dal conto corrente e vincolarlo sul conto deposito. Il conto corrente viene spesso richiesto ad entrambi i soggetti, ma non mancano i casi in cui la banca richiede un unico conto di appoggio.
La tassazione sui conti deposito cointestati
Come tutti gli investimenti, anche i conti deposito cointestati prevedono una determinata tassazione. Le imposte vengono applicate esclusivamente sul rendimento e sono calcolate in misura del 26% della somma; un importo considerevole.
Ma quali sono i vantaggi del conto deposito cointestato?
Tra i ”pro” dei depositi c’è da considerare il rendimento che può essere condiviso. Si tratta di un prodotto molto utile per i genitori che intendono mettere da parte una determinata somma per i propri figli e garantire il denaro investito nel caso del loro decesso.
Un altro vantaggio del conto deposito è la possibilità di suddividere i costi tra entrambi i soggetti. Attraverso la suddivisione delle spese, il peso del prodotto viene distribuito tra entrambi. Ma essendo il conto deposito un prodotto quasi del tutto gratuito, tranne per la tassazione sui rendimenti che è applicata dallo Stato, i costi sono praticamente nulli.
Estinzione del conto deposito cointestato
Come si estingue un conto deposito cointestato? La procedura per l’estinzione del prodotto può essere attivata da uno dei titolari, ma molto dipende delle condizioni del contratto.
Nel caso in cui il conto deposito cointestato preveda la necessità di approvazione di entrambi gli intestatari, l’estinzione necessita della firma di entrambi. Tutto dipende dalla tipologia di clausole che sono state inserite nel contratto e che ne determinano le condizioni.
In conclusione possiamo considerare il conto deposito cointestato come un prodotto con condizioni piuttosto convenienti per gli investitori oltre che una buona soluzione per i risparmiatori che intendono lasciare in eredità una determinata somma a figli e nipoti.
Il tasso di remunerazione non è proprio il massimo, ma è una condizione che caratterizza tutte le formule di investimento sicuro.