Nel momento in cui vogliamo richiedere un prestito, dobbiamo assolutamente prendere in considerazione alcuni fattori. Tra le forme di prestito più dibattute troviamo il mutuo e la cessione del quinto. Qual è la migliore tra le due? Non c’è la “migliore”, in realtà, poiché sono diverse e vengono scelte per esigenze differenti. Proprio in base ai bisogni individuali dovremmo considerare queste due forme di prestito: vediamo quando convengono e a chi
Cessione del quinto: cos’è
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Rispetto al mutuo, la cessione del quinto è un credito non finalizzato. Che cosa significa? È un prestito garantito ai lavoratori dipendenti e pensionati: questa forma si estingue con la trattenuta diretta dal netto in busta paga o dalla pensione. La materia è regolamentata dalla Legge, ovvero dal DPR n. 180 del 1950, che è la stessa che ha creato questa forma di credito.
Inizialmente è stata pensata come forma di credito per i dipendenti dello Stato. Solo in seguito è stata estesa ai privati e ai pensionati, a seguito della Legge n. 80 del 2005. Di fatto, possono richiederla tutti coloro che hanno un reddito fisso e continuativo.
Quando si può richiedere
Naturalmente devono sussistere alcune condizioni: la presenza della retribuzione, l’applicazione fino a un massimo della quinta parte dello stipendio netto; la copertura assicurativa obbligatoria. È possibile anche la richiesta di cessione del quinto per i cattivi pagatori.
Quando conviene
Diversamente dal prestito personale, in cui le parti che stipulano il contratto sono il richiedente e la banca o la finanziaria, per la cessione del quinto intervengono anche il richiedente, il finanziatore, la compagnia assicuratrice e il datore di lavoro.
Di base ricordiamo che la cessione del quinto alla fine influisce sul 20% del proprio budget, dunque è una scelta da prendere valutando attentamente le proprie finanze, poiché si parla di una trattenuta in busta paga.
Per coloro che non vogliono prestiti o mutui classici, la cessione del quinto conviene, soprattutto per i progetti di breve o media durata, poiché ci si confronta con un metodo di pagamento che è preciso e che si conosce in anticipo. Essendo poi calcolata dal datore di lavoro in busta paga, non serve nemmeno ricordarsi della scadenza.
Come funziona?
Rispetto al finanziamento, la richiesta della cessione del quinto è un po’ più lunga. Naturalmente c’è la fase di richiesta e di ricerca: in seguito si apre l’istruttoria, si emette la polizza e si riceve la notifica per sottoscrivere il contratto. Si dovrà poi attendere il benestare del datore di lavoro e infine inizierà l’erogazione della richiesta. Rispetto al mutuo, l’iter è più lungo, ma le possibilità di accedere alla richiesta sono spesso maggiori.
Cos’è il mutuo
È inevitabile: il mutuo è strettamente connesso all’acquisto di una casa. Non è l’unica ragione per chiederlo, ovviamente, ma è di certo una delle motivazioni più frequenti. Ma cos’è, di fatto? È un prestito finalizzato, contrariamente alla cessione del quinto: significa che la cifra che si ottiene viene impiegata per una ragione ben precisa e comprovata.
Quando conviene
Per chi ha bisogno di ottenere una somma importante – come quella che serve per l’acquisto di una casa, per esempio – il mutuo è la soluzione migliore. Naturalmente esistono diverse tipologie di mutuo, e ognuno può scegliere quella più indicata, così come bisogna valutare con attenzione i tassi.
Le tipologie
Una delle forme più diffuse di mutuo è quella per l’acquisto di mutuo o per la ristrutturazione di immobili: azioni che prevedono una spesa piuttosto consistente. L’importo dei lavori di ristrutturazione sarà così pagato nel tempo. Ci sono poi i cosiddetti mutui surroga, il finanziamento, il mutuo consolidamento debiti e liquidità.
Il tasso di interesse
È meglio scegliere il mutuo a tasso fisso o variabile? È la domanda più diffusa quando si parla di questo argomento, ed è anche un aspetto che pesa sulla scelta stessa del mutuo. Ogni rata è composta dal rimborso e dagli interessi, che vengono calcolati appunto sula base del tasso stabilito in fase di stipula del contratto. Il tasso fisso è generalmente più alto, ma è sempre uguale nel tempo.
Il tasso variabile, invece, subisce le <ahref=”https: www.corriere.it=”” economia=”” mutui=”” 23_marzo_26=”” mutui-adesso-fisso-variabile-costano-quasi-uguale-conti-le-rate-25-30-anni-f1054c62-c7cb-11ed-b48b-1072850ccecb.shtml”=””>influenze dell’Euribor, piuttosto oscillante al momento. Infine, si può propendere per il mutuo a tasso misto, in cui è possibile passare dal tasso variabile al tasso fisso in base ad alcune scadenze prestabilite in fase contrattuale.</ahref=”https:>