L’acquisto della casa rappresenta uno degli investimenti di maggior peso nella vita di ogni individuo. Dalle tasse alle varie spese “burocratiche” fino al mutuo per la prima casa eventualmente acceso, sono tanti le voci di costo che si aggiungono sulla compravendita dell’immobile. Partire con una certa consapevolezza può rappresentare senza dubbio una marcia in più per chi deve affrontare una serie davvero lunga di adempimenti e costi, anche per comprendere appieno la reale sostenibilità di quest’ultime sulle proprie tasche.
Sono le spese notarili a rappresentare una delle voci di costo maggiore per chi deve comprare la casa. L’intervento del notaio, al pari di tutti i professionisti, prevede una serie di esborsi amministrativi tra cui la parcella. Le imposte di registro, quelle catastali e le ipotecarie vengono inoltre pagate al notaio stesso che provvede a versarle al momento necessario.
Si tratta di costi indispensabili affinché l’intero processo di compravendita vada a buon fine. È bene tener presente che i costi strettamente connessi alla rogito notarile sono inevitabili per il semplice motivo che la sottoscrizione del contratto deve avvenire per legge, esclusivamente al cospetto del professionista che si curerà che l’intero procedimento sia andato a buon fine con il pagamento delle imposte dovute.
Insomma l’intervento del notaio non è solo obbligatorio per legge, ma anche indispensabile tanto per l’acquirente quanto per il venditore della casa. Ma se i costi per la trafile burocratiche sono “standard” su quelli per l’onorario stabilito dal notaio per la prestazione professionale, si possono risparmiare anche somme notevoli. Ma quanto pesa la parcella del notaio sulla compravendita immobiliare?
Si tratta di una quota variabile ma comunque compresa, in linea di massima, tra una percentuale del 2 e del 3% del valore dell’immobile oggetto della compravendita. Ma, al di là dei costi, le voci che compongono la parcella del notaio sono davvero di difficile comprensione e un rapido excursus può essere utile per chi si trova, per la prima volta, di fronte ad un documento così importante.
Parcella del notaio: quasi sono le spese riportate?
Leggere bene i vari punti della parcella del notaio rappresenta un atto necessario. Molto spesso, infatti, i clienti di uno studio notarile sono convinti che ciò che è stato corrisposto sia esclusivamente un guadagno del professionista, ma naturalmente si sbagliano e non poco.
La vendita dell’immobile, ad esempio, comporta una serie di costi molto precisi che vanno distinti. L’imposta di registro, l’ipotecaria, la catastale, la tassa ipotecaria sono, come detto, delle somme che vengono corrisposte al notaio con quest’ultimo che provvede a versarle direttamente all’ufficio dell’entrate.
Il tutto avviene a seguito della registrazione dell’atto di compravendita. Si tratta di un passaggio che avviene, di solito, entro tre o al massimo quattro giorni dalla firma ufficiale dell’atto. In questo caso il tutto si sviluppa in tempi molto rapidi proprio per permettere al professionista di proteggere le due parti coinvolte nell’atto, fin da subito.
Per quanto riguarda le spese di visura, invece, riguardano quei costi che vengono sostenuti dal notaio per verificare se sull’immobile, oggetto della vendita, siano presenti dei pignoramenti o ipoteche in grado di rendere del tutto irregolare la compravendita.
Le spese generali dello studio, anch’esse indicate nella parcella del notaio, riguardano, invece, tutti i costi che toccano da vicino il notaio nella redazione dell’atto, ma soprattutto le spese che il professionista sostiene per il mantenimento dello studio.
Alla tassa di archivio, invece, corrisponde il mantenimento degli archivi notarili tra cui sono compresi anche gli atti già cessati, ma che comunque vengono custoditi.
Una delle ultime voci indicate, invece, è l’onorario stesso del notaio. Si tratta di un valore che identifica il guadagno lordo del professionista. Una somma che viene sottoposta anch’esse alle imposte di reddito che vanno dal 23 al 43%. A margine della parcella del notaio viene indicata l’Iva che viene applicata sulle spese generali dello studio, quelle di visura e l’onorario del notaio. Il versamento dell’imposta avviene, direttamente dal professionista entro sedici giorni del mese successivo alla firma dell’atto.