Cos’è il rating e come funziona la valutazione degli istituti di credito
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Sentiamo sempre più spesso parlare spesso del ”rating ”, un termine spesso accostato alle banche, alle aziende ed addirittura ai sistemi economici degli stati. Ma cosa si intende con rating? A cosa serve nella valutazione di un determinato prodotto bancario o per l’istituto di credito che lo emette?
Stabilire il rating delle banche è molto più difficile di quanto si possa immaginare. Sono davvero tanti gli aspetti che devono essere valutati; un’attività che può che essere effettuata dagli istituti specializzati come le cosiddette agenzie di rating. Si tratta di società specializzate nell’analisi delle varie informazioni che denotano lo stato di salute di un’attività economica e valutando, di conseguenza, il tasso di rischio delle banche.
Rating delle banche: funzioni ed utilizzo
Il fallimento delle banche è un’eventualità che in Italia abbiamo toccato da vicino tante volte. Le situazioni di difficoltà possono essere, però, ravvisate con significativo anticipo grazie all’azione delle agenzie di rating. Insomma si tratta di compagnie in grado di analizzare approfonditamente il ”rischio di credito” attraverso un indicatore in lettere, in base al quale viene corrisposto una sorta di premio del rischio. Naturalmente il monitoraggio del rischio di credito è continuo con una valutazione periodica che avviene ogni dodici mesi. Ma quali sono gli elementi che determinano il rating delle banche?
I parametri presi in considerazione risultano fissi per tutte le agenzie e sono: il patrimonio, il programma aziendale, il management, le condizioni per la liquidità, le analisi prodotte dalla Centrale dei Rischi, lo stato della liquidità e l’andamento del settore in cui la banca opera.
I fattori da analizzare
Ma come detto esprimere il rating delle banche non è così semplice. E’ l’affidabilità finanziaria, in pratica, ad essere esaminata dalle agenzie. A fronte di una significativa esposizione debitoria, l’agenzia di rating si pone un semplice quesito: la banca è in grado di ripagare il tutto?
Insomma non è il semplice ammontare dei debiti ad essere sotto i riflettori, ma la capacità dell’azienda di ripagarlo. Può capitare, ad esempio, che un’entità economica con un patrimonio di 100.000 euro abbia un indebitamento complessivo pari a 10.000 euro. Anche se la somma potrebbe sembrare tutto sommato modesta, le difficoltà o l’impossibilità di pagare i debiti determinano un rating basso.
D’altro canto può anche accadere che una società con un debito molto più alto dimostri di essere nelle possibilità di ripagare il tutto. Naturalmente in questo caso, nonostante la mole delle pendenze, il rating sarà alto con un tasso di affidabilità più che soddisfacente.
L’assenza di rating
Cosa accade se una banca non riporta il proprio rating? Può accadere che un istituto di credito non dimostri la valutazione delle agenzie. Cosa significa tutto questo? Potrebbe essere del tutto normale che un istituto di credito, soprattutto se di piccole dimensioni, non sia oggetto della valutazione delle agenzie. Insomma nulla di cui preoccuparsi, anche se il consumatore si trova di fatto, sprovvisto di un importante parametro per la valutazione di affidabilità.
Situazione diversa nel caso in cui la banca non abbia interesse a farsi ”giudicare” da un’agenzia di rating delle banche. Perché questa mancanza di interesse? Sono due le possibili motivazioni che possono spingere un istituto di credito a non avere o a non pubblicare la valutazione: il possesso di una liquidità sufficiente, ovvero una condizione per la quale l’istituto di credito non ha particolari necessità di accedere al mercato del credito o, viceversa, le condizioni della banca non siano ottimali. In questo caso all’istituto di credito potrebbe semplicemente non convenire mostrare il giudizio dell’agenzia di rating.
Per quanto riguarda i rischi dei conti deposito, conti correnti e le carte ricaricabili, essi sono direttamente correlati al rating delle banche che le emettono. Anche se la maggior parte dei prodotti sul mercato usufruisce della copertura del Fondo Interbancario di Tutela che garantisce i depositi fino ad un massimo di 100mila euro.