Quando si compra una casa si accende un mutuo la cui durata normalmente oscilla tra i 5 e i 40 anni. Si tratta di un finanziamento a lungo termine, che coinvolge due parti: la prima si impegna a erogare una quantità di denaro predeterminata, mentre la seconda invece si impegna nella restituzione di quella stessa cifra (secondo un piano di ammortamento, che ha un inizio e una conclusione).
L’orizzonte temporale relativo a un mutuo è molto ampio ed esteso, al punto che mentre trascorrono gli anni è normale che si verifichino dei cambiamenti in relazione alle esigenze del singolo e della famiglia. Così come possono mutare in maniera più o meno sostanziale e repentina anche le condizioni di mercato, in modo tale da rendere necessario un periodico riesame di quello stesso finanziamento.
La ricerca di condizioni e tassi migliori
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La cosa più semplice che può accadere è di notare che il tasso che si sta pagando risulta essere eccessivamente alto rispetto a quella che è la media congiunturale. In che modo intervenire? Si può ricorrere a uno strumento come la surroga del mutuo, che consente di effettuare il trasferimento a costo zero del proprio mutuo da un istituto bancario all’altro (il quale proponga migliori condizioni finanziarie).
A questo punto viene spontaneo farsi una domanda: quante volte si può fare richiesta di surroga? Per prima cosa sarà corretto precisare come la legge non stabilisca alcun limite in un senso o in un altro. Tecnicamente, quindi, la portabilità del mutuo potrebbe essere richiesta un numero non definito di volte dal mutuatario, sempre nell’intento di beneficiare delle condizioni e dei tassi di interesse più favorevoli. In pratica, però, non è così.
Non ci sono limiti ma le surroghe in genere si fermano a due
In genere è molto difficile che una persona faccia più di un paio di surroghe del mutuo, mentre è in corso il finanziamento per comprare la casa. Il motivo è presto detto: nel momento in cui c’è una banca che subentra a un’altra come mutuante, finisce per accollarsi i costi accessori che sono connessi alla pratica stessa del finanziamento.
Gli istituti di credito effettuano questa operazione perché – grazie agli interessi che il cliente provvederà comunque a versare fino alla conclusione del mutuo – risulterà remunerativa. Ma questo, è ovvio, solo nel caso in cui il mutuatario non cambi più fintanto che il finanziamento resta in essere. Il passaggio a una terza banca, conseguente all’attivazione ancora una volta della portabilità del mutuo, renderebbe di certo la prospettiva molto meno redditizia.
La banca non è obbligata ad accettare il trasferimento del prestito
Non bisogna dimenticare che la banca non è obbligata ad accettare che il prestito venga trasferito: chi ha già attivato questo iter una prima volta e intende procedere a una seconda, potrebbe dare il via a delle valutazioni gestionali da parte dell’istituto che potrebbero portarlo a dire no alla surroga stessa. C’è anche un limite che può essere definito naturale, legato alla disponibilità della persona a intraprendere continui cambiamenti. A un certo punto, peraltro, verrà raggiunto un livello che sarà necessariamente ritenuto soddisfacente.