Un nuovo piano industriale è stato presentato da Enel nel mese di novembre del 2016. Si tratta di una svolta che la compagnia ha voluto operare, rispetto al passato, puntando tutto sulla digitalizzazione dei servizi. Un nuovo corso caratterizzerà, quindi, la prima compagnia fornitrice di energia elettrica nel nostro paese.
Ma il biennio 2017 – 2019 porterà anche a cambiamenti importanti per quanto riguarda i dividendi Enel. Insomma le novità previste nei prossimi mesi sono davvero tante e tenersi aggiornati è indispensabile per orientare la scelta degli investimenti.
Il piano di investimento di Enel nel 2019
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Quali saranno le prossime scelte della compagnia? Che tipo di ricadute avranno sul valore delle azioni e dei dividendi Enel? Il primo elemento da tenere presente è l’aumento del margine operativo della compagnia che passa dai 15 miliardi del 2016 ai 17,2 del 2019. Insomma Enel guarda in alto e, a dispetto della situazione di difficoltà economica generale, rilancia la quota degli investimenti.
Se il tasso di crescita annua dovrebbe attestarsi su una quota del 5%, nei prossimi anni, l’utile medio dovrebbe crescere ben al di sopra dei dieci punti percentuali, con una quota del 14 ogni anno. Il tutto si dovrebbe tradurre con una quota totale di 3,6 miliardi del 2017 ai 4,1 del 2018 fino ai 4,7 del 2019.
I dividendi Enel
Per quanto riguarda i dividendi Enel, è interessante valutare la previsione di Pay Out del 65% in riferimento all’utile netto ordinario dell’esercizio riferito al 2017 ed al 70% rispetto al 2018 ed al 2019. Per il 2017, invece, è previsto che Enel corrisponderà l’ammontare più elevato rispetto al dividendo minimo pari a 0,21 euro per azione, il cui calcolo è realizzato sul Pay Out del 65%.
Insomma le aspettative della dirigenza sono più che positive nell’ambito di un piano “in grande”. Ma cosa nel pensano gli esperti delle future variazioni dei dividendi Enel?
Anche gli analisti sembrano guardare con uno spiccato ottimismo alle scelte della compagnia. Kepler Cheuvreux, ad esempio, ha confermato il consiglio di comprare. Anche Banca Imi ha accolto con favore il nuovo piano industriale consigliando di investire in dividendi della compagnia. Il rendimento, secondo gli analisti, potrebbe attestarsi già nel 2017 al 6% della quota attuale di mercato stabilendo il target price a 4,50.
Previsione condivisa anche da Equita Sim che prevede un valore dei dividendi Enel pari a 4,70 euro.
Insomma il piano industriale di Enel potrebbe funzionare alla grande secondo gli esperti: ma su quali elementi si basa questa convinzione?
Piano industriale Enel 2019, le caratteristiche fondamentali
Come detto in precedenza gli obbiettivi che Enel si pone, per il prossimo biennio, sono davvero ambiziosi. I punti fondamentali sono soprattutto l’efficienza operativa e la crescita industriale. Il tutto accompagnato da una significativa semplificazione dell’organigramma del gruppo ed una gestione attiva del portafoglio aziendale.
Il primo fattore, ovvero l’operatività efficiente del gruppo, si basa soprattutto sul processo digitalizzazione che, secondo le previsioni, porterà ad un abbassamento dei costi (cash cost) pari al 9%.
Un piano di investimento di venti miliardi di euro consentirà, inoltre, una crescita dell’ordine pari al 60% ed un miglioramento della manutenzione del 40%.
Ma è la semplificazione a rappresentare uno degli elementi basilari del piano di rilancio di Enel. E’ prevista una rimodulazione delle aziende sudamericane coinvolte nel servizio. Si tratta, in pratica, di un taglio del 55% dei soggetti: il tutto a favore dell’efficienza e della focalizzazione sugli obbiettivi principali.
Da sei ad otto miliardi è l’aumento della gestione attiva del portafoglio con una dismissione degli asset pari a tre miliardi e un reinvestimento di 4,5 miliardi.
Insomma il nuovo piano industriale di Enel prevede nuove risorse in alcuni comparti, il taglio di ciò che è ritenuto superfluo ed un’attenzione maggiore alla clientela. Lo snellimento di alcuni settori potrebbe rilanciare definitivamente la compagnia collocandola tra i primi gruppi energetici d’Europa.