Investire nelle azioni Italcementi significa puntare su una delle compagnie più importanti, nel settore edilizio, del nostro paese. Nata nel 1864 a Bergamo, l’azienda opera nel campo della produzione di materiali per la costruzione. Una capitalizzazione importante caratterizza il colosso bergamasco che figura tra quelle indicate nell’indice FTSE MIB che comprende le maggiori compagnie del nostro paese.
Un ruolo di leader quello di Italcementi che risulta tra le prime cinque compagnie mondiali per la realizzazione di cemento grazie ad una capacità di produzione pari ad oltre sessanta milioni di tonnellate, ogni anno.
I dati appena riportati sono importanti per inquadrare il ruolo dell’azienda nel settore nel quale opera e, più in generale, per l’economia del nostro paese. Ma ben altri fattori devono essere presi in considerazione, da chi intende investire nelle azioni di Italcementi.
Investire in azioni di Italcementi: i passi da realizzare
Il primo passaggio da fare è quello di analizzare al meglio il settore specifico della compagnia. Studiare l’ambito di produzione è importante quanto analizzare i possibili fattori esterni che possano influenzarlo, in maniera più o meno diretta.
Il settore del cemento è senza dubbio strettamente collegato con quello dell’edilizia. Questa analisi macroeconomica, inoltre, non può essere realizzata esclusivamente sul mercato italiano per il semplice fatto che Italcementi opera in molti paesi esteri essendo, come detto, una delle compagnie leader, a livello mondiale, della produzione di cemento.
La richiesta di cemento e quindi lo stato di salute del settore edilizio, nei vari paesi, non può essere non correlato con le condizioni dell’economia nazionale. Per questo motivo andare a ricercare i paesi nel quale opera la compagnia, studiarne la domanda interna generale e nel settore edilizio risulta indispensabile.
Sono gli enti pubblici tradizionalmente a rappresentare buona parte della richiesta di cemento, per la realizzazione delle infrastrutture: gli stati più propensi all’investimento pubblico sono, quindi, i mercati di maggiore interesse per Italcementi.
I fattori appena elencati sono di fondamentale importanza, soprattutto per chi vuole realizzare un investimento a lungo termine. A tutto ciò è necessario aggiungere un’attenta analisi alle condizioni generali della compagnia: gli ultimi bilanci, le varie relazioni realizzate dagli stessi analisti interni alla compagnia oltre alle analisi che periodicamente vengono rese note dalle varie agenzie di rating internazionali, specializzate nel controllo dello stato di salute delle maggiori compagnie al mondo.
Approfondendo l’analisi per gli investimenti a lungo termine sulle azioni di Italcementi, non si può non dare uno sguardo anche ai conti semestrali della compagnia, pubblicati nel mese di luglio.
Un ricavo di 2,12 miliardi di dollari ha caratterizzato l’attività del colosso del cemento nei primi sei mesi del 2016. Si tratta di un dato tutt’altro che positivo vista la contrazione del 2,1% rispetto allo scorso anno quando, sempre nella prima metà dell’anno, i ricavi della compagnia bergamasca avevano raggiunto i 2,17 miliardi.
Si tratta di un dato influenzato in parte dall’effetto “cambio negativo“, per una percentuale di oltre tre punti percentuali. Di segno opposto, invece, la voce, anch’essa fondamentale, dell’indebitamento che è passato dai 2,17 miliardi di inizio anno ad 1,95 del mese di giugno; un’ulteriore diminuzione di quest’ultimo valore è prevista dai vertici aziendali, già nel prossimo trimestre.
Osservando l’andamento storico delle azioni della compagnia non si può non notare come nel periodo che va dal maggio del 2007 fino allo stesso mese dell’anno successivo, il valore del titolo è passato da un valore di 21 a 5 euro. Un vero e proprio crollo che mise a repentaglio l’esistenza stessa dell’azienda che poi successivamente, attraverso un piano aziendale adeguato, è riuscita a ritornare in carreggiata.
I dividendi hanno conosciuto una significativa diminuzione del valore dal 2008 al 2015 passando da 0,36 a 0,06 euro mentre per il prossimo periodo il valore potrebbe ritornare ad aumentare.
Trading sulle azioni di Italcementi: i fattori da analizzare
Chi è interessato, invece, ad investimenti di tutt’altra natura come il trading online attraverso i CFD, deve puntare l’analisi di mercato su fattori differenti.
In questo caso lo studio deve rivolgersi sull’andamento generale dei titoli ed i vari eventi che possono avere significativi impatti sulle quotazioni della Borsa e, più nello specifico, delle azioni di Italcementi. Riuscire a sfruttare i diversi andamenti per negoziare titoli di CFD è indispensabile per sfruttare i vantaggi economici dell’attività di trading.
Sono tanti i fattori che possono avere un peso, di diversa natura, sull’andamento dei titoli. La pubblicazione dell’andamento finanziario è, ad esempio, uno degli elementi di maggiore rilevanza, ma sono tanti anche gli aspetti non prevedibili che possono influenzare le variazioni delle azioni.
Realizzare l’attività di trading, puntando sulle variazioni del titolo di Italcementi, può significare ottenere dei margini di guadagno notevole, in poco tempo. Basta controllare le piattaforme che consentono di puntare, tra i vari titoli disponibili, anche il valore della compagnia bergamasca. Una dei broker più utilizzati è Plus500. Si tratta di una piattaforma in grado di garantire tutti gli standard di sicurezza previsti dalle autorità italiane (CONSOB) oltre alla Cysec ed alla FCA.
Una serie di servizi all’avanguardia vengono proposti da Plus500 che permette di negoziare una vasta gamma di azioni di tutto il mondo. In una prima fase iniziale il trader può operare con un conto demo gestendo dei fondi virtuali. Un’opzione attraverso cui l’investitore può comprendere al meglio il funzionamento della piattaforma, prima di investire delle somme “reali”.
Se si opera nel campo del trading dall’estero è indispensabile porre attenzione ai costi dell’acquisto di azioni di Italcementi, ad esempio, dagli Stati Uniti. Acquistare le azioni della compagnia da paesi esteri comporta delle spese dovute alla tassazione oltre ai costi supplementari previsti dal broker sugli scambi dall’estero.