A chi non è mai balenata l’idea di abbandonare lo studio, il posto di lavoro o qualsiasi tipo di attività che ci impegna ogni giorno e prendersi una pausa? Staccare la spina di una routine lavorativa, spesso davvero penalizzante per il proprio umore e per la qualità della vita, può essere la soluzione per ritornare al lavoro con una nuova energia e motivazione.
L’interruzione momentanea del posto di lavoro può essere realizzata con l’aspettativa non retribuita, per motivi familiari o di salute o anche con l’anno sabbatico. Cosa si intende con questo termine? Quando è possibile usufruire dell’anno sabbatico? In questa guida ci soffermeremo sulle caratteristiche principali dell’anno sabbatico e su come richiederlo.
Anno sabbatico: di cosa si tratta?
Indice dei contenuti
L’etimologia del termine anno sabbatico risale ad un passato molto lontano ed alla tradizione ebraica nella quale gli agricoltori lasciavano riposare il terreno per un determinato periodo, i debiti venivano condonati e veniva concessa nuovamente la libertà agli schiavi in un lasso di tempo che veniva chiamato proprio in questo modo.
Oggi, invece, l’anno sabbatico indica il periodo in cui ognuno sceglie di dedicarsi a sé stessi abbandonando il posto di lavoro. Negli Usa, come anche in Gran Bretagna, la parola utilizzata è ”gap year” e riguarda soprattutto gli studenti che possono prendersi una pausa dallo studio, ma anche per i lavoratori.
Attraverso l’anno sabbatico il lavoratore o lo studente interrompe temporaneamente la propria attività per dedicarsi, per un periodo ad una determinata passione, imparare una lingua straniera o magari ad un viaggio. Gli esperti di psicoterapia considerano l’anno sabbatico come un potenziale di spartiacque nell’esistenza di un individuo. Terminata questa lunga pausa, di solito, il soggetto torna alle sue attività di tutti i giorni con una visione della vita del tutto diversa. Ad aumentare è anche la motivazione nell’impegnarsi nelle attività quotidiane con uno spirito differente.
Insomma un’occasione senza dubbio importante per dare una svolta alla propria esistenza. Ma cosa dice la Legge, in termini di diritti del lavoratore, riguardo l’anno sabbatico?
L’anno sabbatico è un diritto del lavoratore?
Introdotto con la Legge numero 53 del 2000, l’anno sabbatico rappresenta una formula che permette l’assenza dal lavoro per motivi di formazione, maternità, gravi motivi familiari e malattia. Per la legge l’anno sabbatico rappresenta un diritto sia per i lavoratori del settore pubblico che per quello privato. Tra i requisiti per accedere alla formula dell’anno sabbatico c’è la necessità di aver maturato almeno cinque anni di anzianità di lavoro nella stessa azienda.
Per richiederlo è necessario mostrare al datore di lavoro i dettagli del progetto da realizzare in questo periodo di assenza lavorativa o le ragioni della richiesta. Durante il periodo previsto la compagnia può predisporre dei controlli per verificare la veridicità delle dichiarazioni.
La richiesta può essere anche respinta dall’azienda che può predisporne il rinvio ad un’altra data per esigenze produttive o tecniche oppure suddividerlo in diverse sezioni in un periodo più lungo. In ogni caso l’azienda ha diritto ad un preavviso di almeno trenta giorni in modo da consentire la predisposizione di un eventuale affiancamento.
Durata e retribuzione dell’anno sabbatico
Quanto può durare un anno sabbatico? Secondo la legge la durata non può andare oltre gli undici mesi. E’ prevista la retribuzione? No, tranne per i professori universitari. Nel periodo di congedo dal lavoro, inoltre, non saranno maturati i contributi pensionistici, non cumulerà l’anzianità di servizio, i giorni di malattia e le ferie. Chi ha maturato otto anni di anzianità può richiedere l’anticipo del TFR allo scopo di far fronte ai costi del proprio progetto.
Appena ottenuto l’anno sabbatico non resta che scegliere cosa fare di questo periodo di pausa prolungata, magari viaggiare per il mondo o, più semplicemente, realizzare dei progetti in famiglia. Le possibilità sono davvero tante.