I dipendenti, sia del settore pubblico che privato, possono usufruire di un periodo di assenza dal lavoro. Si tratta dell’aspettativa, un preciso diritto dei lavoratori italiani ed applicabile in svariati casi.
E’ importante tenere presente che l’aspettativa non può comportare, in nessun caso, la perdita del lavoro e, nei casi previsti dalla legge, comporta l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, di pagare lo stipendio mensile, oltre al versamento dei contributi.
Insomma si tratta di un aspetto regolato da una precisa normativa come anche i motivi per i quali è possibile avanzare la richiesta.
Aspettativa dal lavoro non retribuita: quando è prevista
Sono davvero tante le occasioni utili per presentare la domanda per l’aspettativa. In tanti la richiedono, ad esempio, per rivestire delle cariche pubbliche elettive in un’assemblea pubblica. E’ il caso del Parlamento Europeo, o quello nazionale, come anche le assemblee regionali e comunali.
Possono richiedere questo tipo di aspettativa anche i sindaci, i presidenti di Provincia, dei Consigli Provinciali e Comunali, compresi gli assessori e i consiglieri, sia comunali che provinciali come anche i presidenti delle comunità montane. L’aspettativa, in questo caso, ha una durata pari all’intero mandato anche se non è previsto nessun tipo di retribuzione.
Un altro caso, davvero particolare, nel quale è prevista la concessione dell’aspettativa, è l’avvio di un’attività professionale.
Intraprendere una nuova professione o un’impresa, magari in ambito commerciale, è una motivazione del tutto valida per richiedere l’aspettativa. In questo caso il periodo valido per assentarsi dal lavoro è pari a 12 mesi, anche se frazionato in vari momenti dell’anno. Nel caso in cui il dipendente operi nel settore pubblico, è necessaria l’apposita concessione della Pubblica Amministrazione.
In questo caso è possibile svolgere un’altra attività, anche in modo continuativo, ma solo a tempo parziale e non è prevista nessuna retribuzione né contribuzione ai fini pensionistici o per la maturazione del Tfr.
Altri motivi che possono spingere all’aspettativa sono la tossicodipendenza, fino alla completa riabilitazione, i motivi personali comprendenti un periodo pari ad un anno, senza retribuzione e la formazione. In quest’ultimo caso è però riservata ai soli dipendenti con un’anzianità di servizio di almeno cinque anni. Si tratta di un diritto riservato sia ai lavoratori del settore pubblico che privato ed è stabilito per la frequenza della scuola dell’obbligo, per il conseguimento di un diploma di secondo grado o per conseguire la laurea.
Aspettativa dal lavoro: quando è retribuita
Uno dei motivi per richiedere l’aspettativa dal lavoro retribuita è l’assistenza ad un parente disabile. Si tratta del congedo, della durata di due anni, che può essere richiesto da entrambi i genitori, in caso di figlio con handicap, ma solo nei soli casi di disabilità grave, come stabilito dall’apposita legge 104. Il periodo di due anni è anche frazionabile in giorni, ma non a ore.
Per quanto riguarda lo stipendio, esso viene calcolato in base alla retribuzione relativa all’ultimo anno di lavoro. La richiesta di congedo straordinario deve essere consegnata al dirigente responsabile, per i lavoratori del settore pubblico, mentre per i dipendenti privati è necessario presentarla all’INPS.
Un altro dei motivi, per presentare la domanda di aspettativa, è il matrimonio. In questo caso il periodo di assenza si aggira, di solito, sui quindici giorni. Anche in questo caso è prevista la retribuzione e la maturazione dei contributi. E’ di novanta giorni, o di trenta all’anno, invece, il periodo di assenza dal lavoro per le attività di volontariato. In questo caso si tratta di un’aspettativa motivata per attività di assistenza in caso di calamità naturali o catastrofi. Il pagamento dello stipendio avviene, anche in questo caso, dal datore di lavoro che riceverà quanto versato dalla Protezione Civile entro due anni.