Il settore della salute e della cura della persona, nel nostro paese, rappresenta un business in costante ascesa. Sempre più spesso giovani e meno giovani ricorrono alla cura di palestre, specialisti e centri estetici. Ma un’altra attività, sempre ascrivibile a questo settore, sta conoscendo un rapido sviluppo, soprattutto negli ultimi anni. Si tratta delle parafarmacie. Le liberalizzazioni attuate negli ultimi anni hanno permesso a chi intende aprire una parafarmacia, di avviare la propria attività senza eccessive difficoltà.
Come si può aprire una parafarmacia?
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La parafarmacia rappresenta un’attività che prevede il possesso di significative capacità commerciali in un settore in cui la concorrenza è particolarmente agguerrita, basti pensare che i prodotti venduti nelle parafarmacie sono, ormai, offerti anche su internet a prezzi davvero bassi.
Il primo passo da fare, per aprire una parafarmacia, è di individuare un luogo in cui ubicare l’attività commerciale. La cura riguardo la scelta della collocazione del locale rappresenta un momento fondamentale per qualsiasi attività di tipo commerciale e che deve rispondere a determinati criteri.
Il bacino di utenza deve essere in grado di garantire delle entrate sufficienti per il successo dell’attività e costanti nel tempo. Individuare i possibili concorrenti nell’area rappresenta un altro fattore fondamentale; maggiore sarà la distanza con altre farmacie o parafarmacie maggiori saranno le possibilità di successo. Anche la prossimità dei centri commerciali deve essere oggetto dell’analisi dell’aspirante parafarmacista.
Per quanto riguarda le caratteristiche del locale, è utile che si tratti di un negozio con dimensioni minime di cento metri quadrati, una superficie che risulta sufficiente per esporre tutti i prodotti e, allo stesso tempo, per il deposito e per i bagni.
I requisiti e iter per aprire una parafarmacia
A differenza delle farmacie, per aprire una parafarmacia non è necessario il possesso di una laurea. Secondo l’attuale legislazione, infatti, il titolare dell’attività può essere di chiunque. Il preposto alla vendita, però, deve possedere dei requisiti ben precisi per la vendita degli articoli di tipo alimentare. Il farmacista, la cui presenza è essenziale in un’attività di questo tipo, può essere anche un semplice dipendente della parafarmacia.
Dal punto di vista burocratico, invece, chi intende aprire una parafarmacia deve innanzitutto presentare al Comune la comunicazione di avvenuta apertura. Si tratta di un documento essenziale da presentare in triplice copia. Il passo successivo è di registrarsi sul portale del Ministero della Salute e richiedere la password per usufruire della piattaforma di tracciatura del farmaco.
Un’apposita documentazione, le cui caratteristiche sono riportate sul sito del Ministero della Salute, deve essere inviata al Ministero stesso, agli enti comunale e regionale oltre all’Agenzia Italiana del Farmaco. A questo punto è necessario accedere al sistema e registrarsi ottenendo, così, un codice di sei cifre da utilizzare sulla piattaforma per ogni acquisto. Un ulteriore comunicazione deve essere inviata alla Camera di Commercio per l’apertura dell’attività. Dopo aver concluso l’iter è possibile ricevere i prodotti dai distributori farmaceutici attraverso l’apposita modulistica.
I costi per aprire un parafarmacia
La spesa da sobbarcarsi, nella fase iniziale è di minimo 150.000 euro. Uno dei primi costi da corrispondere è il versamento versamento Enpaf di 4.800 euro all’anno per la titolarità della Parafarmacia. Per effettuare questo passaggio sarà necessario aprire un apposito conto corrente con un costo definito dalla banca. La gestione dell’aspetto economico ed amministrativo deve essere affidata ad un commercialista, con ulteriori spese.
A tutto ciò si aggiungono le spese per l’acquisto o la locazione di un locale ed il suo allestimento. Il fitto può raggiungere facilmente i settecento euro mensili a cui aggiungere le utenze per oltre 150 euro ogni mese. Essenziale, per aprire una parafarmacia, anche l’acquisto di un pc per gestire ordini e magazzino, i lettori di codice a barre, al prezzo di duemila euro. A tutto ciò si aggiungono i prodotti in vendita con un costo compreso tra i duemila ed i tremila euro.