Gli assegni per il nucleo familiare rappresentano una formula di sostegno importante per le famiglie con un reddito al di sotto di un determinato limite derivante da un lavoro di tipo dipendente. L’ammontare degli assegni familiari dipende da diversi fattori e viene riportato in delle specifiche tabelle, conosciute come tabelle Anf.
Con la circolare numero 87 del 18 maggio del 2017 l’Inps ha pubblicato la descrizione degli importi e dei limiti di reddito per accedere agli aiuti. Anche quest’anno le tabelle sono rimaste del tutto invariate rispetto all’anno prevedente, visto che i prezzi al consumo, pubblicati dall’Istat per le famiglie di dipendenti, sono variati in senso negativo, ovvero sono diminuiti.
Pubblicate periodicamente dal sito dell’Inps, le tabelle Anf possono essere utilizzate scaricandole sul proprio computer ed aprirle con un programma apposito come Excel di Office. Trovare la tabella di riferimento è molto facile grazie al menu collocato in basso a sinistra della pagina.
Appena individuata la tabelle di interesse, è necessario trovare la fascia di reddito familiare annuale. Attraverso questo dato è possibile, quindi, individuare l’importo dell’assegno a cui si ha diritto.
Come calcolare l’assegno familiare
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Il reddito della famiglia da calcolare, per valutare l’importo degli assegni familiari, è il frutto della somma tra i redditi lordi del soggetto che effettua la richiesta più quello dei familiari che compongono il nucleo.
In pratica, se i due genitori producono un determinato reddito annuale, bisognerà effettuare un’addizione tra le due quote. Per quanto riguarda il periodo di riferimento per accedere al reddito, esso è quello dell’anno precedente alla richiesta con un valore stabilito fino al trenta giugno dell’anno seguente.
Uno dei requisiti indispensabili per rientrare nelle tabelle dell’Anf, ed accedere agli assegni, è che una quota di almeno il 70% del reddito sia il frutto di lavoro dipendente.
Per effettuare la valutazione della somma, a cui si ha diritto ed alla tabella Anf in cui si rientra, è possibile utilizzare dei calcolatori online che, attraverso la compilazione di dati ben precisi come il reddito familiare dell’anno precedente ed i componenti del nucleo familiare, sono in grado di mostrare l’assegno a cui è possibile accedere. Ma come si effettua la richiesta per accedere agli assegni familiari?
La domanda
Il modulo va scaricato dal sito dell’Inps e compilato dal lavoratore, magari con l’assistenza del patronato. La domanda va così presentata al datore di lavoro o allo stesso istituto. Presentarsi in un ufficio territoriale dell’Inps è necessario nel caso in cui il soggetto richiedente sia un pensionato, per chi riceve la NASPI (ecco la guida su come richiederla), è in Mobilità oppure riceve la Cassa Integrazione dall’INPS. Anche le colf, le bandati o le baby sitter devono presentarsi, per ovvi motivi, direttamente in uno sportello dell’Istituto.
Il pagamento degli assegni familiari avviene grazie allo stesso datore di lavoro che li versa nelle buste paga recuperando le somme dal’Inps, ma solo in determinati casi. E’ necessario tenere presente, inoltre, che anche in caso di dimenticanza della presentazione della domanda per l’anno in corso, è possibile inviare il modulo entro cinque anni richiedendo gli arretrati.
Assegni familiari: le novità della Legge Cirinnà
Numerosi cambiamenti sono stati messi in campo, negli ultimi anni, nel settore degli assegni familiari e delle tabelle Anf. Se fino a pochi mesi fa l’unica famiglia riconosciuta era quella composta da una donna, un uomo ed eventuali figli o nuclei monogenitoriali, oggi la Legge Cirinnà ha modificato non poco i possibili candidati al sostegno. Le convivenze di fatto e le unioni civili sono entrate di prepotenza tra le possibili beneficiarie degli assegni anche se per loro è necessario presentare l’’autorizzazione ANF43 all’INPS attraverso il modello ANF42.
Si tratta di un passaggio necessario anche nel caso in cui il genitore richiedente risulti single, separato e per l’inclusione di figli del coniuge.