Con il termine ”straordinari” si intende, in gergo, le ore di lavoro svolte da un lavoratore dipendente oltre il classico orario lavorativo che, di solito, prevede quaranta ore settimanali. La retribuzione dello straordinari si traduce in una maggiorazione della busta paga.
E’ indispensabile tenere presente quali sono i diritti che, come vedremo, ogni lavoratore può vantare nel caso di richiesta di straordinari, tra cui il rifiuto di svolgere le ore in più ed i ”doveri fiscali”, ovvero la tassazione degli straordinari. Proprio riguardo lo spinoso tema della tassazione straordinari e dei premi di produttività la Legge di Stabilità ha introdotto significative modifiche.
Tassazione straordinari: le novità
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Con la normativa entrata di in vigore dal primo gennaio di quest’anno fissa l’imposta sostitutiva è del 10% per i premi di risultato con ammontare variabile ed il cui versamento sia legato ad aumenti di produttività, ma anche di redditività, qualità ed efficienza.
Si tratta di una norma che trova applicazione nel settore privato e per chi ha un reddito, determinato dal lavoro dipendente, che non supera gli ottantamila. Tale limite prende in considerazione il reddito maturato nell’anno precedente a quello in cui il lavoratore ha ricevuto il premio di produttività.
Il limite preso in considerazione, per l’applicazione della tassazione separata è, ora, di tremila euro mentre per le compagnie che prevedono un’organizzazione paritetica del lavoro il limite della tassazione è pari a quattromila.
Tassazione straordinari: i limiti della detassazione
Tra le ultime novità introdotte dalla Legge di Stabilità rientra un generale ritocco dei limiti applicati per accedere alla detassazione. Con le nuove disposizioni, in pratica, la quota massima è stato spostata da 50mila ad 80mila euro all’anno (per maggiori informazioni leggi la guida sugli scaglioni Irpef) per quanto riguarda il reddito nell’anno precedente mentre la retribuzione esente da tassazione passa a tremila contro i duemila del periodo precedente.
Ulteriori modifiche sono state applicate sul tema dei benefici fiscali applicati retribuzione di produttività limitandone gli effetti pratici sui premi per il risultato. Di conseguenza si escludono dal regime agevolato una lunga serie di voci come le maggiorazioni di retribuzione e gli straordinari versati nell’ambito di un procedimento riorganizzativo del lavoro.
Straordinari: i diritti del lavoratore
Oltre al tema, sempre attuale, della tassazione dello straordinari è importante tenere presente i diritti che spettano ad ogni lavoratore. Come detto in precedenza il dipendente, in determinati casi, può rifiutarsi di prolungare l’orario lavorativo oltre quello normale, ma solo in alcuni casi.
Nel caso in cui il Contratto Nazionale di riferimento preveda esplicitamente la possibilità al titolare dell’azienda di richiedere un numero maggiore di ore di lavoro rispetto all’ordinario, il dipendente è tenuto ad accettare la richiesta.
Ma ci sono dei casi in cui il lavoratore può sempre rifiutarsi. E’ il caso dei lavoratori studenti, nel caso in cui sussistano dei motivi comprovati di grave entità e che impediscano la realizzazione della prestazione lavorativa e se il potere del datore di lavoro è stato esercitato in maniera scorretta o in cattiva fede.
E’ necessario il consenso del lavoratore anche nel caso in cui gli straordinari rientrino nelle ore massime determinate dalla legge, ovvero 250 ogni anno, ed in mancanza di un contratto collettivo.
La retribuzione per lo straordinari
Quanto spetta ai lavoratori che accettano di effettuare gli straordinari? La retribuzione deve essere calcolata in maniera separata dal lavoro ordinario e si traduce in una maggiorazione della retribuzione, come previsto dal Contratto Nazionale di riferimento.
Cambiano, in parte, le carte in tavola per gli straordinari continuativi. In questo caso il compenso viene corrisposto in maniera forfettaria con l’indicazione in busta paga (ecco la guida su come leggere la busta paga).
In alcuni casi i contratti collettivi possono prevedere anche che i dipendenti usufruiscano di uno o più giorni di riposo compensativo per il periodo di lavoro in più. Si tratta di una valida alternativa agli straordinari.