Cosa si intende per Taeg e che effetti ha sul mutuo
Indice dei contenuti
La sigla Taeg è sempre più ricorrente nei vari spot pubblicitari che indicano la convenienza di un determinato prodotto finanziario. La voce, da pochi anni, è stata sostituita dalla nuova sigla ISC, una dicitura è Indice Sintetico di Costo o anche Indicatore Sintetico di Costo, ma la sostanza rimane la stessa. Introdotto nel 2003 con une delibera del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, l’acronimo Taeg serve soprattutto per indicare gli interessi e le spese che concorrono nella determinazione del costo di una specifica operazione.
Insomma una serie di balzelli che vengono applicati su una specifica operazione e che fanno lievitare il costo complessivo a carico dell’utente. Una voce semplice che può riassumere, in un unica sigla, una serie di spese da affrontare. Dai costi accessori alle varie polizze (ecco una panoramica sull’assicurazione casa) fino alle spese di incasso; le spese che si aggiungono ad un determinato contratto, sono spesso notevoli ed aumentano l’entità della somma da pagare.
A cosa serve il Taeg?
La funzione del Taeg è proprio quella di rendere maggiormente trasparente l’operazione di pagamento di determinati costi che si aggiungono alle operazioni finanziarie o ai contratti di mutuo. Si tratta di un dato che gli istituti di credito devono tassativamente comunicare all’utenza, anche nella compilazione di un preventivo di finanziamento.
L’iscrizione della voce destinata al Taeg è visibile sempre in fondo al contratto ed è spesso accompagnata da una formula indicante il “tasso variabile“. Di solito la quantificazione del Taeg dipende dagli oneri da corrispondere: tanto minori saranno le somme da pagare alla banca, tanto maggiore è l’entità del Taeg da pagare. Per quanto riguarda gli importi superiori ai 100mila euro, ad esempio, il Taeg può ammontare a pochi punti percentuali.
Nella voce dedicata al Taeg sono compresi gli oneri per l’istruttoria, le spese di incasso per ogni rata da pagare e, come detto, le eventuali polizze assicurative previste dall’istituto di credito per il contratto che si sta sottoscrivendo. Insomma quella della Taeg è un’indicazione che non si può sottovalutare in un contratto di mutuo e che, anzi, deve essere ben tenuta in conto quando si paragonano le offerte presenti sul mercato.
Si tratta, però, di un tasso interamente virtuale che non viene usato per il calcolo complessivo delle rate. Ma è nel confronto di due mutui, come detto, che il Taeg risulta essenziale. Essendo una voce che riassume tutte le tipologie di spese previste per un determinato servizio, paragonando, ad esempio, dei mutui, si riesce a comprendere immediatamente quale dei due abbia effettivamente dei costi minori per le nostre tasche. Ma come si calcola il Taeg?
Il calcolo del Taeg
Come detto il valore è espressamente indicato, per legge, a margine del contratto che si sta per firmare o anche nel preventivo. Sono sei i fattori di cui si deve tenere conto per realizzare un calcolo più esaustivo possibile: il capitale erogato dal contratto di mutuo, l’importo della rata che si dovrà corrispondere ogni mese, la periodicità della rata e la durata degli anni. Il risultato sarà, orientativamente, il peso delle varie spese sul proprio contratto di mutuo.
Il calcolo può essere effettuato sui numerosi siti internet che, a seguito dell’inserimento dei dati, riescono a fornire tutte le informazioni utili sull’entità del Tasso Effettivo Globale. Alcuni siti, come quello Altroconsumo.it, sono in grado di informare il cliente nel caso in cui il tasso presente sul proprio mutuo o sul finanziamento sottoscritto, siano regolari a norma di legge.
“Tan zero e Taeg variabile”: cosa significa?
Proprio la dicitura del Taeg variabile può essere un campanello di allarme per tutti quei finanziamenti descritti come a “tasso zero”. Si tratta di una formula che potrebbe spingere l’acquirente ad interessarsi ad un determinato prodotto finanziario con l’illusione di spese contenute. Dietro la voce “variabile” possono nascondersi, infatti, una serie di spese che possono portare ad un aumento consistente delle rate da pagare.
Nessun tipo di istituto è in grado di effettuare dei finanziamenti senza un minimo di ritorno economico. Per questo motivo, nel caso in cui la banca proponga un prodotto a “tasso zero” è praticamente certo che alcuni costi vengano aggiunti al momento della sottoscrizione del contratto sotto la voce delle “spese per la pratica” e le varie spese accessorie che, come detto, potrebbero aggiungersi come le polizze antincendio, le spese di incasso, le commissioni, costi del pagamento delle rate mensili ed altro ancora. Tan e Taeg sono quindi le voci su cui maggiore affidamento quando si valuta l’effettiva convenienza di un mutuo. Ma qual è la differenza tra queste due importanti sigle?
Tan e Taeg, quali sono le differenze?
Se Taeg, come abbiamo visto, sta per Tasso Annuo Effettivo Globale, il Tan indica il Tasso Annuo Netto. Si tratta di un valore che mostra l’entità del tasso di interesse che si andrà a pagare in un prestito alla scadenza di un anno. Il valore non descrive, però, l’effettivo costo del contratto. Al finanziamento che si va a corrispondere in banca, infatti, l’istituto di credito aggiunge una serie di altre spese che vanno a pesare sul costo complessivo.
Per questo motivo se il Taeg comprende effettivamente tutte le spese che si aggiungono alla somma da pagare alla banca, il Tan può risultare riduttivo e descrivere solo in minima parte l’entità della spesa da sostenere. Un’attenta valutazione del Taeg è quindi il primo passo da effettuare per comprendere la reale entità del contratto mutuo che si sta valutando. La diminuzione dei tassi, nell’ultimo periodo, è sicuramente un fattore di vantaggio; perciò controllare bene le offerte presenti sul mercato è sempre la scelta migliore. Per comprendere al meglio le differenze tra Taeg e Tan clicca qui.
Taeg in discesa: le migliori offerte sul mercato
L’andamento dell’economia globale ed in special modo, quella del nostro continente, stanno portando, infatti, ad una costante diminuzione dei tassi. Una serie di condizioni che, mai come ora, rendono conveniente l’accensione di un contratto di mutuo. A rilevare il fenomeno è Bankitalia a margine di un’attenta analisi sul settore finanziario. Se i tassi di interesse hanno conosciuto, nei primi mesi del 2016, un vertiginoso calo, lo stesso fenomeno ha toccato, naturalmente, anche l‘indice del Taeg che si attesta, in media, sul 2,68%.
Un contratto di mutuo a tasso fisso destinato ad un dipendente di 35 anni con un reddito medio alto, in una rata di 588 euro mensili, può beneficiare, nelle miglior offerte presenti sul mercato con un Taeg del 2,46% mentre il Tan si ferma al 2,25% . Le spese di istruttoria sono di circa 1.000 euro e quelle di perizia sui 320 euro.
Per quanto riguarda il tasso variabile, invece, le offerte migliori prevedono, con una rata di poco superiore ai cinquecento euro, un Taeg pari al 2,77% mentre il Tan è del 2,72%. Con un finanziamento sottoposto a surroga, invece, un mutuo a tasso fisso per un importo di 150mila euro ed una durata di venti anni, la rata equivale, nelle migliori offerte, a 770 euro con un Taeg pari al 2,31% ed un Tan del 2,20%.
Sempre per quanto riguarda un mutuo di surroga, questa volta a tasso variabile, le migliori proposte sul mercato prevedono una rata di poco inferiore ai settecento euro per un Taeg dell’1,10% ed un Tan del 1.09%, senza alcuna spesa di istruttoria e di perizia.
Anche per la ristrutturazione di un’abitazione, un prestito di 80mila euro ed un valore dell’immobile pari a 150mila euro, il Taeg passa all’1,17% mentre il Tan non raggiunge il punto percentuale con lo 0.90%. Insomma valutare bene può essere essenziale; è davvero semplice, infatti, trovare offerte vantaggiose. Se confrontare ed informarsi sono passi essenziali; anche un’attenta verifica del Taeg attuato dall’istituto di credito sul proprio mutuo è importante, così da capire se il proprio contratto sottoscritto sia in regola con i parametri stabiliti dalla legge.
Controllare la regolarità del contratto attraverso il Taeg
Essendo un valore essenziale, il Taeg può rappresentare anche una spia dell’irregolarità del comportamento della banca nei propri confronti. Da alcuni anni, accanto al Taeg, è stato introdotto un nuovo valore per determinare questo aspetto. Si chiama Tegm, sigla che indica il tasso effettivo medio globale, ed indica il livello dei tassi globali medi.
Si tratta di un valore indispensabile soprattutto per i clienti che hanno sottoscritto contratto da molti anni. L’indicatore serve ad informare gli utenti sul valore medio dei tassi che vengono applicati dagli istituti di credito e dalle finanziarie. Il valore comprende le più svariate operazioni che vanno dall’accensione di un mutuo, alla sottoscrizione di un prestito personale, agli acquisti in leasing, fino al procedimento di apertura di un nuovo conto corrente e molto altro.
Tutte le operazioni possono essere monitorate attraverso questa variabile consultabile su internet. La dicitura soglia massima riportata è il margine oltre il quale la banca non può andare. Per controllare che le condizioni del mutuo o del prestito basta confrontare il Taeg presente sul proprio contratto con il valore del Tegm. Il sito di Bankitalia, ad esempio, ha una pagina dedicata appositamente a questo tema.
E’ indispensabile sapere, infine, che, nel caso i valori del Taeg presenti sul proprio contratto risultino superiori alla soglia indicata dalla legge, è possibile chiedere un risarcimento per il tasso “usuraio” applicato. Per un corretto calcolo del Tegm basta moltiplicare il valore del tasso del proprio conto corrente per 1,5; nel caso in cui il valore sia superiore alla soglia minima indicata ufficialmente da Bankitalia, si può procedere con la richiesta di annullamento del contratto.