Uno degli aspetti da valutare con maggiore attenzione, quando si parla di finanziamenti, è senza dubbio l’Euribor. Con questo termine si intende il valore medio del tasso con il quale vengono effettuate le transazioni di mercato. Insomma un valore al denaro dato dai maggiori istituti di credito, ma che viene usato anche per i contratti di mutuo immobiliare.
Sono oltre quaranta i tassi Euribor; una distinzione che prende in considerazione la durata di riferimento: Euribor ad una settimana, ad un mese ecc mentre il suo divisore può essere di 360 o 365. Naturalmente la differenziazione si riferisce al periodo di deposito, quindi alla scadenza del contratto di prestito di denaro. In sostanza all’Euribor ad una settimana, corrisponde un contratto di finanziamento che prevede la restituzione della liquidità dopo sette giorni.
Il tasso Euribor deriva dalle variazioni ed alle attese del mercato azionario. Se i maggiori indicatori prevedono un rialzo del mercato a lungo termine, i tassi Euribor, riferiti allo stesso periodo, avranno un aumento del valore.
Per i sottoscrittori di contratti di mutuo cambia davvero poco tra il periodo di Euribor preso in esame per il semplice motivo, che con il tempo, i periodi di aumento dei tassi equivalgono a quelli di declino: un andamento che sul lungo periodo, porta all’azzeramento delle differenze tra le diverse tipologie di tassi.
Per comprendere il parametro applicato per il proprio mutuo, basta leggere, a margine del contratto, la dicitura indicante, ad esempio, “Euribor a tre mesi”. Solo in questo modo sarà possibile conoscere il tasso che è stato applicato sul proprio contratto, al momento della sottoscrizione. Per quanto riguarda la distinzione tra il divisore 360 o 365, si tratta di un aspetto nient’altro che matematico visto che con 360 si prende in considerazione l’anno commerciale mentre per 365 quello solare con una differenza equivalente a circa cinque centesimi.
La sua origine effettiva e dove trovarlo
E’ il primo di gennaio del 1999 la data in cui è ufficialmente nato il tasso Euribor anche se la rivelazione del tasso è avvenuto, per la prima volta, il 30 dicembre del 1998. Ora è la EBF cioè l’European Banking Federation a stabilirne ogni giorno il valore attraverso una media tra i tassi di deposito interbancario. Si tratta di oltre cinquanta banche che rappresentano i maggiori gruppi finanziari del vecchio continente con le italiane Ubi Banca, il Monte dei Paschi, l’Unicredit Banca ed Intesa Sanpaolo.
I valori calcolati dalle diverse banche, inoltre, vengono resi noti attraverso un comunicato inviato all’agenzia Reuters prima delle ore undici. Quest’ultima provvede a comunicare, in via ufficiale, la media ponderata dei dati ricevuti con l’esclusione dei valori eccessivamente alti o bassi, per evitare di falsare la media ponderata. La Reuters, dopo aver realizzato il calcolo, pubblica così l’esatto dell’Euribor.
Il notevole uso del valore, nelle varie operazioni, ha reso il tasso Euribor facilmente reperibile in rete e sui portali informativi. Se l’obbiettivo è, però, un’analisi più approfondita di tutte le 38 tipologie di Euribor, è indispensabile consultare la stampa maggiormente specializzata. Il Sole 24 Ore, ad esempio, ne riporta tutte le quotazioni ogni giorno, tranne le festività, nelle pagine dedicate alla finanza ed ai mercati.
Analisi andamento degli ultimi 3 e 6 mesi e previsioni
Attraverso un’analisi dell’ultimo periodo, si può evincere come l’andamento sia in costante e lieve diminuzione. Si tratta di una situazione che risente fortemente del costo del denaro che, negli ultimi mesi, è costantemente basso. Il tutto viene accompagnato anche dalla crescita economica, ancora molto debole e che, nel medio periodo, non dovrebbe portare ad aumenti del tasso di Euribor.
Negli ultimi mesi le variazioni sono state nell’ordine di pochi decimi di punto; una situazione che risultava la stessa anche sei mesi fa e che tocca indistintamente tutti i tipi di Euribor. Per quanto riguarda il breve periodo, l’andamento dovrebbe caratterizzato, anche in questo caso, dal segno meno. Bisognerà aspettare il medio e lungo termine per vedere, forse, un piccolo rialzo dei tassi. Un cambio di rotta che, a detta degli analisti, si avrà tra almeno sei mesi.