Il prestito vitalizio ipotecario è una delle forma di finanziamento più diffuse. Si tratta di un prestito senza rate e riservato all’utenza con un’età superiore ai sessanta anni in grado di offrire, come garanzia, un immobile di tipo residenziale. Il prodotto è stato lanciato nel 1999 in Gran Bretagna con una rapida diffusione nei vari paesi anglosassoni dove viene chiamato reverse mortgage. Sei anni dopo, la formula di prestito ha fatto il sui ingresso nel nostro paese con un’apposita legge: l’articolo 11 del decreto legge numero 203 del 2005.
Prestito vitalizio ipotecario: come funziona?
Indice dei contenuti
Una forma di finanziamento destinata agli “over“, il prestito vitalizio consente di ottenere fino ad un massimo di 350mila euro senza il pagamento di rate; come è possibile?
Il prestito vitalizio è una forma di finanziamento a lungo termine ed accompagnato da una forma di ipoteca che viene applicata sull’immobile di residenza. La restituzione della somma ricevuta ricade sugli eredi dell’immobile.
Ed ecco la spiegazione del termine “vitalizio” indicante, appunto, una formula di finanziamento che viene ripagata dai figli o i congiunti del contraente dopo un periodo che va dai dieci ai dodici mesi dalla morte del coniuge più longevo.
La somma che viene erogata può essere compresa tra un minimo del 15 ad un massimo del 50% del valore dell’immobile oggetto dell’ipoteca. Il valore della casa, come sempre, viene stabilito da una perizia di un tecnico incaricato dall’istituto di credito. Nel caso in cui gli eredi rinunciassero a rimborsare la banca, quest’ultima può procedere alla vendita del bene. Ma le modalità di rimborso per l’istituto di credito sono varie. La “classica” è di saldare il debito a seguito del decesso degli eredi. In questo caso gli eredi possono entrare in possesso nuovamente dell’immobile, dopo aver pagato l’importo.
L’altra modalità è, invece, la vendita della casa. In questo caso sarà l’istituto di credito a provvedere a cedere la proprietà dell’immobile con l’obbiettivo di coprire il debito. E’ indispensabile tenere presente che, in questo caso, eventuali somme eccedenti rispetto al valore reale della casa saranno rimborsate dall’istituto di credito.
Insomma una formula che può riservare dei significativi vantaggi per gli utenti anziani alla ricerca di formule di finanziamento in grado di garantire uno standard di vita decoroso, senza spese. La somma ricevuta, inoltre, può essere utilizzata per qualsiasi scopo.
Requisiti per il prestito vitalizio ipotecario
Naturalmente, come tutte le forma di finanziamento offerte sul mercato, anche il prestito vitalizio ipotecario prevede dei significativi requisiti. E’ innanzitutto necessario che il proprietario dell’immobile abbia un’età minima di sessanta anni. Come detto il prestito vitalizio ipotecario è una formula che si adatta particolarmente alle esigenze degli utenti anziani che altrimenti non avrebbero altre possibilità di accede a forme di finanziamento.
Anche l’effettiva proprietà di un immobile rappresenta un requisito essenziale. La casa deve essere di tipo residenziale e soprattutto libera da qualsiasi tipo di ipoteca.
Quanto è possibile chiedere alla banca?
L’importo ottenibile dall’istituto di credito varia a seconda di diversi fattori. E’ innanzitutto il valore della casa a rappresentare l’elemento che condiziona maggiormente la somma che è possibile ricevere. Più alto sarà il costo dell’immobile, maggiore sarà il finanziamento ottenuto. Come detto in precedenza, però, sarà un perito incaricato dalla stessa banca a stabilire il valore dell’immobile e di conseguenza l’importo del prestito.
Anche l’età rappresenta un fattore attentamente valutato dalle banche. Il prestito vitalizio ipotecario è, infatti, uno dei pochi finanziamenti, al pari della nuda proprietà, che valuta positivamente un’età avanzata. Più alta è l’età maggiore sarà la somma. Solo i richiedenti più anziani possono ottenere, infatti, una quota pari al 50% del valore dell’immobile.
Prestito vitalizio ipotecario: vantaggi e pericoli
A fronte di significativi vantaggi, appena accennati in precedenza, convivono anche elementi di significativo rischio. L’aspettativa di vita, che ormai ha raggiunto i massimi storici, può portare alla lievitazione degli interessi. Negli anni la capitalizzazione degli interessi può “consumare” l’intero valore dell’immobile.
Anche l’impossibilitò di vendere, ipotecare e soprattutto affittare la casa rappresenta un elemento non proprio simpatico da affrontare. Durante la fase terminale di vendita, nel caso in cui la banca non riesca a trovare un acquirente, provvede ad abbassare il prezzo di vendita del 15% per ogni anno. Un aspetto positivo giunge, però, dalla normativa che garantisce agli eredi il rimborso se la banca ha ceduto l’immobile ad un costo maggiore del debito contratto. Nel caso in cui l’istituto di credito ottenga una somma minore rispetto al valore della casa, gli eredi non dovranno corrispondere la differenza.