Affittare una casa vacanza è uno degli investimenti più comuni in Italia. Da sempre la locazione di un immobile, in aree turistiche, significa garantirsi una sicura fonte di reddito complementare sui cui contare nei mesi estivi o invernali. Naturalmente l’affitto della casa vacanza richiede una serie di adempimenti burocratici oltre al versamento delle imposte previste per la seconda casa e l’inserimento dell’entrata nella dichiarazione dei redditi. In questa guida analizzeremo i passaggi necessari per concedere una casa vacanza in affitto e i costi.
Casa in affitto vacanza: la normativa
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A regolare il tema della casa in affitto per la vacanza è la legge del 17 maggio 1983 numero 217. Si tratta di una normativa importante perché determina la classificazione degli immobili e degli appartamenti destinati alle vacanze ed in generale all’attività ricettiva.
E’ l’ente comunale a regolare l’aspetto delle case vacanze definendo le caratteristiche degli immobili adibiti, per fini imprenditoriali, all’affitto di un immobile per le vacanze. I fini imprenditoriali della locazione di un immobile vengono definiti in base alla durata della locazione. Per contratti riguardanti immobili già arredati, privi di servizi centralizzati, affittati per più periodi non inferiori ad una settimana e superiori ai tre mesi e non occasionalmente, si parla di attività imprenditoriale.
In ogni caso è necessario richiedere al Comune l’autorizzazione per la locazione e comunicare il prezzo di listino offerto alla clientela. I ricavi ricevuti vanno dichiarati nel Modello Unico, sotto al quadro Rl dedicato ai redditi occasionali, ma solo per locazioni dalla durata inferiore ai trenta giorni. In caso contrario avremo l’applicazione della regolamentazione prevista per le locazioni dalla durata superiore ai trenta giorni. Ma quando la casa affitto in vacanza non è considerata come attività imprenditoriale?
Nei casi in cui la locazione avviene sporadicamente, per brevi periodi ,e non comporta obblighi specifici per il titolare dell’immobile mentre la regolamentazione degli affitti viene affidata alla contrattazione privata tra le parti.
I requisiti
Come detto in precedenza è il limite di trenta giorni a definire lo ”spartiacque” tra la locazione occasionale e quella imprenditoriale. Se la durata dell’affitto è inferiore ad un mese, non si ha alcun tipo di obbligo di registrazione del contratto di locazione all’Agenzia delle Entrate, attraverso il modello RLI.
Un questo caso è necessario anche corrispondere le imposte previste attraverso il modello F24 o accedere alla formula della Cedolare Secca. In caso di contratto dalla durata di oltre trenta giorni, è necessario presentare la denuncia alle autorità di pubblica sicurezza entro due giorni mentre se il conduttore è un cittadino extra Ue, la denuncia va presentata al di là della durata del contratto.
Il contratto
Per affittare una casa vacanza è necessario, in ogni caso, realizzare un contratto in forma scritta. A disciplinare il documento per la locazione di un immobile è l’articolo 1571 e seguenti del Codice Civile. L’apertura della Partita Iva è prevista solo nel caso in cui la locazione non avviene attraverso la formula imprenditoriale. Cosa inserire nel contratto di locazione?
Anche se non esiste una regolamentazione precisa è utile inserire una serie di informazioni fondamentali come i dati di proprietario e locatario, l’ubicazione esatta dell’immobile con piano ed ascensore.
Indispensabile anche la quantità di camere e dei posti letto oltre all’importo del canone di locazione, compresa di caparra ed i costi relativi agli interventi di pulizia, per la fornitura energetica, acqua ed aria condizionata.
Al margine del contratto vanno indicati anche i termini e le modalità per la consegna dell’immobile con data e orario di inizio e fine della locazione.
In caso di registrazione del contratto, previsto solo per il fine imprenditoriale, i costi derivanti dalla procedura vanno suddivisi tra proprietario dell’immobile ed affittuario.