Chiunque abbia un immobile, dato in affitto, deve affrontare una specifica tassazione. Imposta di bollo, di registro, IRPEF sono solo alcuni dei balzelli che devono essere corrisposti allo Stato. Si tratta di una serie di voci davvero ampia, ma a cui è possibile sostituire la formula della cedolare secca.
E’ un regime fiscale alternativo alla classica tassazione ai fini dell’IRPEF ed in grado di comportare significativi vantaggi per il contribuente. Si tratta, in pratica, di una formula unica in grado di raggruppare le varie tasse applicate sulla formula delle locazione immobiliare.
Cedolare secca: come funziona?
Indice dei contenuti
Introdotta nel 2011 per combattere il fenomeno degli affitti in nero, la cedolare secca è in grado di alleggerire il peso fiscale sul contratto di locazione per i proprietari degli immobili. L’aumento della base imponibili di dieci punti percentuali, dall’85 al 95%, ha reso la formula della cedolare secca ancora più conveniente per i contribuenti. In pratica il Governo ha deciso di spingere, in maniera decisa, sull’adozione della formula, a dispetto della classica modalità di contribuzione per la maggiore tracciabilità.
La cedolare secca, però, può essere applicata solo dalle persone fisiche, ma mai della aziende e dai professionisti. L’applicazione, inoltre, può riguardare solo le unità immobiliari destinate ad uso abitativo e rientranti nelle categorie catastali comprese tra A1 ed A11, tranne per l’A10 nella quale rientrano, invece, gli uffici o gli studi privati.
E’ indispensabile tenere presente, inoltre, che nel caso di comproprietà dell’immobile, ogni proprietario può applicare questa formula indipendentemente dagli altri soggetti.
In quali casi si applica?
Qualsiasi contratto di fitto può essere oggetto della cedolare secca. Che sia una locazione a canone concordato (leggi la nostra guida sull’Equo Canone) o libero o una mini locazione, cioè con una durata inferiore ad un mese, o anche il fitto di un solo ambiente della casa: l’applicazione della cedolare è sempre possibile.
La comunicazione all’inquilino è sempre indispensabile prima dell’adozione della formula. L’avviso deve essere necessariamente inviato attraverso una raccomandata. Nella missiva deve essere specificata, inoltre, la rinuncia ad ogni tipo di ritocco all’importo mensile da versare per gli aggiornamenti fissati dall’ISTAT.
Le aliquote
Come abbiamo detto in precedente, le disposizioni dello Stato hanno fatto in modo che i costi per la cedolare secca siano significativamente inferiori rispetto alla classica formula di imposizione.
Sono due le aliquote applicabili: quella del 21% per i vari contratti di “canone libero” mentre si passa al 10 per il canone concordato, a seguito delle riduzioni applicate negli anni scorsi. Si tratta, nell’ultimo caso, di importi frutto di un accordo deciso tra associazioni di proprietari di case e gli affittuari.
Cedolare secca: ecco come ottenerla
Nel caso in cui l’adozione della formula avvenga successivamente alla sottoscrizione del contratto, come detto, il proprietario è tenuto a comunicarlo all’inquilino. Si tratta del primo e fondamentale passaggio, per evitare eventuali impugnazioni o la nullità del contratto stesso.
Il passo successivo da fare è di compilare l’apposito modello RLI. E’ un documento scaricabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate nell’apposita area dedicata alla documentazione.
Con RLI Web, un altro servizio telematico apposito, il proprietario dell’immobile può registrare in ogni momento il proprio contratto di locazione accedendo alla formula della cedolare secca. In questo caso è possibile comunicare anche un eventuale annullamento del contratto o la realizzazione degli adempimenti successivi alla sottoscrizione. Registrarsi sul RLI Web è molto semplice: basta allegare la fotocopia del contratto di affitto.
Il pagamento deve avvenire in “due fasi”. Nel caso in cui l’importo risulti inferiore a 257,52 euro, il versamento può avvenire in un’unica rata prima della scadenza del 30 novembre. Per importi superiori al limite precedentemente indicato, la fasi per il pagamento sono due. La prima rata, fissata il sei luglio, ha un importo previsto del 40% dell’ammontare complessivo mentre il restante è previsto il 30 novembre.