I codici tributo rappresentano un aspetto con cui i contribuenti devono fare costantemente i conti per il pagamento delle imposte e la corretta compilazione del modello F24. Il codice tributo 1001, ad esempio, è uno dei più diffusi ed usato per il pagamento periodico delle imposte. In questa guida analizzeremo le caratteristiche del codice in questione, le modalità di utilizzo e la procedura di compilazione del modello F24.
A cosa serve il codice tributo 1001?
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Quando si parla del codice tributo 1001 si indica essenzialmente il pagamento dell’Irpef. L’Imposta Progressiva sulle Persone Fisiche rappresenta uno degli appuntamenti fissi dei contribuenti italiani identificando le ritenute applicate su pensioni, stipendi e indennità di trasferta.
L’indicazione corretta del codice tributo, la cifra destinata al pagamento dell’imposta e la corretta compilazione dei dati nel modello F24, rappresentano fattori indispensabili per evitare di commettere errori, ma soprattutto di incorrere in sanzioni anche molto salate.
Detto questo, è utile tenere presente anche che un eventuale errore nell’indicazione del codice tributo 1001 non comporta sanzioni pecuniarie in quanto non si intacca la natura stessa dell’obbligo tributario che rimane invariata ed a carico del contribuente.
Naturalmente ciò non significa che un eventuale errore non debba essere corretto. Eventuali sbagli nella compilazione del modello F24 comportano, infatti, l’attivazione di una procedura di revisione dei dati immessi nel modello. Per procedere alla correzione è necessario effettuare una richiesta di rettifica che consente al contribuente di correggere autonomamente i refusi.
La domanda di correzione dei dati può essere presentata all‘Agenzia delle Entrate presentandosi allo sportello.
Codice tributo 1001: come si utilizza?
Una precisa distinzione va fatta per quanto riguarda la tipologia di contribuente. Per chi ha una partita Iva può compilare la modulistica presente online, per gli altri basta compilare il classico modello F24 cartaceo.
La corretta compilazione del modello F24 deve avvenire attraverso il codice tributo 1001 che, come detto, serve ad inviare il pagamento dell’Irpef per le ritenute applicate sulle retribuzioni, le pensioni, le trasferte, le mensilità aggiuntive ed il conguaglio.
I sostituti di imposta hanno visto semplificare non poco la situazione nel febbraio del 2015 con l’introduzione del ”Decreto Semplificazioni” che ha permesso di sciogliere dei nodi introducendo nuovi codici tributo. I nuovi codici tributo servono a compensare le somme rimborsate per i lavoratori dipendenti e pensionati a seconda dei prospetti di liquidazione derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dalle informazioni trasmesse dai Caf e dai commercialisti.
Quali sono i codici tributo inseriti?
Si tratta di tre codici indicabili. Il codice tributo 1631 viene utilizzato per l’individuazione delle somme da versare a titolo di imposte erariali e rimborsate dal sostituto di imposta quando riceve assistenza fiscale.
Il codice tributo 3796 è utilizzato per determinare le somme per l‘addizionale regionale all’Irpef e che sono rimborsate dal sostituto d’imposta.
Il numero 3797 è usato per l’addizionale comunale all’Irpef, anche in questo caso rimborsato dal sostituto d’imposta.
Irpef, a chi spetta pagare l’imposta?
L’Imposta sul Reddito per le Persone Fisiche è diretta, personale e progressiva perché interessa tutti i contribuenti italiani.
Introdotta nel 1974, l’Irpef prevedeva inizialmente ben 32 aliquote, variabili da un minimo del 10 ad un massimo del 72% per gli scaglioni compresi tra i due e i cinquecento milioni di lire di reddito.
Si tratta di una delle imposte più importanti ed in grado di garantire circa un terzo del gettito fiscale ogni anno. Basti pensare che nel 2009 su un totale di 433,37 miliardi di euro, 184,89 derivavano dai proventi dell’IRPEF.
Il presupposto per il pagamento dell’Irpef è il possesso delle seguenti fonti di entrate: redditi fondiari, di capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, derivanti dall’attività di impresa e ”diversi”.
Come abbiamo spiegato in questa guida, l’Irpef è un’imposta progressiva con un’applicazione prevista a seconda degli scaglioni di reddito.