Diventare commercialista rappresenta uno dei possibili sbocchi professionali per chi ha studiato alla facoltà di Economia ed ha una significativa passione per l’ambito del fisco e della contabilità. Una professione senza dubbio importante, in grado di garantire significative soddisfazioni dal punto di vista professionale ed economico, ma non alla portata di tutti.
Un percorso davvero lungo caratterizza il raggiungimento della professione tra studio, pratica ed una continua attività di formazione ed aggiornamento. Ma cosa fa, nello specifico, il dottore commercialista?
Il commercialista ha il compito di garantire una consulenza qualificata che può toccare il settore economico, tributario e commerciale. Ricade tra i doveri del professionista l’elaborazione del bilancio di esercizio, la redazione dei libri contabili, del Libro Unico del Lavoro, la realizzazione di controlli di tipo amministrativo ed delle perizie tecniche. Ma quali sono le tappe necessarie per diventare un commercialista?
Il percorso di studi
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Come detto in precedenza è innanzitutto necessario conseguire la laurea in Economia. Una recente riforma, datata 2008, ha negato la possibilità ai laureati in Scienze Politiche e Giurisprudenza di iscriversi all’albo che oggi è riservata a chi è in possesso di una laurea in Economia del vecchio ordinamento, una specialistica in Scienze dell’Economia ed in scienze economico – aziendali.
Ottenuta la laurea è necessario seguire un tirocinio della durata di 18 mesi in uno studio di un dottore commercialista o di un esperto contabile che possano vantare l’iscrizione all’albo per un periodo minimo di cinque anni. Al termine di questo ulteriore passaggio, si potrà richiedere di partecipare all’Esame di Stato per l’abilitazione dell’esercizio della libera professione.
Il tirocinio può essere anche svolto contestualmente al corso di laurea magistrale. Per questo motivo le liste dei tirocini per dottori commercialisti si suddivide nella sezione ”Tirocinanti per Dottori Commercialisti” per gli iscritti che hanno già conseguito la laurea specialistica mentre la lista dei ”Tirocinanti Esperti Contabili” per chi ha la ”sola” laurea triennale.
L’esame di Stato
Ma è l’esame di Stato a rappresentare il passaggio fondamentale per diventare commercialista. Appena terminato il periodo previsto per il tirocinio, è necessario superare lo scoglio delle tre prove scritte ed un esame orale finale. Quali sono gli argomenti da affrontare nelle prove?
Le prime due parti dell’esame per diventare commercialista vertono sulle materie principali della professione: la revisione aziendale, il diritto privato, tributario e commerciale, la finanza aziendale. Notevolmente diversa è, invece, la terza ed ultima prova che si concentra su un’esercitazione di tipo pratico. Si tratta, in pratica, di un esercizio che vedrà impegnati i candidati nella realizzazione di atti del contenzioso tributario; ma non è finita qui.
Un’ultima prova orale, da tenere al cospetto di esperti di una commissione, si concentrerà sulle questioni affrontate nel corso dei tre esami scritti, oltre ad altre possibili tematiche che potrebbero riguardare: la deontologia professionale, la matematica e la normativa.
Diventare commercialista: l’iscrizione all’albo
Superati questi difficili step di selezione per diventare commercialista, si potrà richiedere l’adesione all’albo, nella Sezione A, ovvero quella dedicata ai dottori commercialisti. Per iscriversi è necessario aprire una partita Iva e realizzare l’iscrizione all’apposito Registro delle Imprese attraverso la Camera di Commercio.
Per realizzare regolarmente la professione, inoltre, è necessario un’ulteriore iscrizione all’Inail, l’istituto nazionale per l’infortunio e per le malattie professionali oltre al registro della Camera di Previdenza per l’aspetto dei contributi previdenziali.
Durante l’espletazione della professione sarà necessario seguire dei corsi che possano garantire al professionista un adeguato aggiornamento periodico. La norma prevede il raggiungimento di 90 crediti per ogni tre anni ed un minimo di venti all’anno. Di questi, tre devono essere necessariamente dedicati agli aspetti fondamentali della deontologia, delle tariffe che caratterizzano la professione, della gestione dello studio professionale e l’ordinamento.