Contratto affitto a canone concordato: come funziona, i vantaggi per inquilini e proprietari

Il contratto di affitto a canone concordato è una formula di sottoscrizione che prevede significativi vantaggi sia per gli inquilini che per i proprietari degli immobili. Negli ultimi mesi uno sconto dell’ammontare dell’Imu pari al 25%, ha reso la stipula di questa formula contrattuale ancora più conveniente. Sono gli accordi territoriali a determinare il peso delle mensilità da pagare per i diversi inquilini.

Si tratta di sottoscrizioni che vengono realizzate, infatti, tra i costruttori rappresentati da Confedilizia, le organizzazioni in rappresentanza dei conduttori, oltre alle autorità amministrative comunali come l’assessore al ramo o lo stesso Primo Cittadino. Insomma il contratto di affitto a canone concordato ha un peso determinante sulle locazioni di immobili in una determinata città. Ma quali sono gli aspetti che le parti in causa decidono in sede di riunione?

Contratto di affitto a canone concordato: gli aspetti principali

I contratti di locazione, in una determinata area, sono molto condizionati dai contratti di affitto a canone concordato, anche se non tutti aderiscono alle convenzioni.

A margine della discussione tra i rappresentanti delle varie categorie coinvolte nel mercato immobiliare degli affitti, vengono prese decisioni che riguardano la tipologia di contratto, la durata, i tempi e le modalità di rinnovo, l’aggiornamento dell’importo mensile con l’andamento dei prezzi attraverso i dati pubblicati dall’Istat, la ripartizione delle spese, il tipo di modifiche o migliorie.

Insomma tanti elementi a cui si aggiunge la suddivisione della città in zone urbane omogenee attraverso le caratteristiche, le aree di mercato, le infrastrutture che servono la zona, le categorie, le classi catastali e lo stato, dal punto di vista manutentivo, dell’immobile.

Tutti questi elementi vengono valutati al fine di determinare il valore del canone annuo o mensile che gli inquilini dovranno corrispondere al proprietario, per metro quadrato. Appena le parti si saranno accordate sulle caratteristiche del contratto affitto a canone concordato, i termini dell’accordo territoriale saranno resi noti sul sito dell’ente.

In quali città di applica il contratto di affitto a canone concordato?

Nel nostro paese sono davvero tante le città che hanno sottoscritto questa di regolamentazione dei contratti di locazione immobiliare. Tutte le città capoluogo di provincia del nostro paese hanno stipulato una diversa tipologia di contratto di affitto a canone concordato secondo le specifiche caratteristiche dell’area.

Ai capoluoghi di provincia si aggiungono tutti i comuni che confinano con le aree metropolitane del nostro paese come Bari, Palermo, Catania, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Milano e Roma.

Insomma si tratta di una formula diffusa in una fetta significativa del territorio nazionale. Ma quanto conviene, effettivamente, sottoscrivere un contratto affitto a canone concordato?

I vantaggi per l’inquilino

E’ sopratutto l’affittuario a beneficiare del contratto affitto a canone concordato. Con questa formula, infatti, usufruisce di un canone dal peso largamente inferiore alla media del mercato. Nel caso in cui l’immobile oggetto del contratto di affitto risulti essere l’abitazione principale, l’inquilino può accedere all’agevolazione sull’Irpef.

Si tratta di uno sconto pari a 495,0 euro dell’imposta sul reddito ricevuto, ma solo nel caso in cui il reddito complessivo del nucleo familiare non sia superiore a 15.493,71 euro. Per redditi compresi tra il valore appena riportato ed i 30.987,47, la detrazione scende a 247,90 euro.

Le agevolazioni per il proprietario dell’immobile

Sono le agevolazioni di carattere fiscale a rappresentare il vantaggio maggiore per i titolari della casa. La sottoscrizione del contratto di affitto a canone concordato consente al proprietario di abbattere la base imponibile, ai fini della valutazione dell’Irpef, pari al 30%.

Situazione differente nel caso in cui si opti per la cedolare secca. Lo sconto, a questo punto, si traduce nell’applicazione di una tassa pari a solo il 10% dell’ammontare ricevuto dalla locazione. Insomma un vantaggio davvero notevole.

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