Da sempre, in ambito economico, sentiamo parlare di una formula di impresa molto particolare: la ditta individuale. Cosa si intende nello specifico con questo termine? Quali sono i vantaggi di “mettersi in proprio”? E gli svantaggi?
Come dice il termine stesso “mettersi in proprio”, la ditta individuale permette, ad un lavoratore, di operare in totale autonomia offrendo servizi alla clientela secondo i propri desideri. Insomma mettere in piedi una ditta individuale significa fare un passo significativo, dal punto di vista personale e professionale, con ricadute senza dubbio notevoli.
Aprire una ditta individuale, inoltre, non prevede particolari adempimenti dal punto di vista giuridico né costi eccessivi. Insomma si tratta di una formula per alcuni aspetti conveniente; ma quali si configura la ditta individuale?
Ditta individuale, le caratteristiche principali
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Il termine ditta individuale indica una particolare impresa che vede protagonista un solo titolare; un soggetto sul quale ricadono tutte le responsabilità ed il cui operato dipende esclusivamente dalla sua iniziativa e capacità.
Insomma il titolare della ditta individuale è il cardine dell’attività economica dell’impresa. Sull’imprenditore ricade la responsabilità di gestire una serie notevole di adempimenti tra cui: l’aspetto contabile, i rapporti con i fornitori, i contatti con la clientela e l’operatività commerciale. Insomma parliamo in una “impresa” nel verso senso della parola.
Un’altra caratteristica della ditta individuale è la mancanza di un capitale sociale minimo. Si tratta di un elemento di vantaggio che, però, ha un rovescio della medaglia rappresentato dalla responsabilità oggettiva. In pratica è l’imprenditore ad essere l’unico responsabile dell’attività aziendale: l’intero patrimonio del titolare è oggetto del “rischio di impresa”.
Quando conviene aprire un’impresa individuale?
Come abbiamo visto nella prima parte, le responsabilità e i rischi di una ditta individuale sono davvero onerosi. Alcune particolari professioni, però, si mostrano maggiormente adatte per questa formula imprenditoriale.
E’ il caso del commercialista, dell’architetto, del medico, del restauratore, del riparatore di elettrodomestici e di alcune attività di consulenza. Parliamo, in pratica, di lavori che ruotano intorno alla professionalità di un unico soggetto.
In generale la ditta individuale, inoltre, viene preferita per quei tipi di professioni che non prevedono investimenti notevoli e con rischi, legati all’attività svolta, limitati.
L’impresa familiare
Anche questo tipo di attività economica rientra nella categoria di ditta individuale. Avvalersi dell’assistenza di un familiare non snatura, infatti, le caratteristiche di ditta individuale. E’ l’articolo 230 bis del Codice Civile a regolare questo determinato aspetto stabilendo che la ditta individuale possa comprendere, oltre al titolare, anche un parente, fino al terzo grado e gli affini fino al secondo oltre, naturalmente, al coniuge.
In questo caso gli altri partecipanti all’impresa hanno diritto alla ripartizione degli utili, ma non delle responsabilità che ricadono unicamente sul titolare. Riguardo l’impresa “coniugale” sono indispensabili, però, il matrimonio, la comunione del beni e che la gestione dell’impresa avvenga a parità di condizioni ovvero senza vincoli di subordinazione.
Vantaggi e svantaggi della ditta individuale
Tra i punti di forza di questa particolare formula possiamo indicare la velocità di costituzione. Mettere in piedi una ditta individuale è molto più facile e veloce rispetto alle altre imprese come la Srl (leggi la guida sulla Srl semplificata) o la Spa. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di oneri eccessivi. La contabilità aziendale, inoltre, può essere gestita con poche difficoltà.
Ma è la libertà di gestire l’attività economica secondo le proprie idee a rappresentare uno dei punti di maggiore forza della ditta individuale.
Per quanto riguarda gli elementi di svantaggio non possiamo non riproporre la responsabilità sui propri beni, in caso di inadempienza, con il rischio di perdere ciò che si ha. L’assenza dei soci non è sempre un elemento di favore; non avere una figura con cui confrontarsi arricchendo le proprie idee o acquisendone altre rappresenta una mancanza importante.
A tutto ciò si aggiunge la difficoltà di accedere al credito. Ebbene sì le ditte individuali sono considerate, dalle banche, come poco affidabili.