Tutti i contribuenti, oltre ad avere un domicilio che si riferisce alla residenza anagrafica, hanno un altro tipo di domicilio, quello fiscale. Si tratta di un luogo nel quale si decide di pagare le tasse allo Stato, in cui si ricevono le varie notifiche e gli avvisi dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente. Come nel “classico domicilio”, anche il domicilio fiscale può essere modificato all’occorrenza, previa un’apposita richiesta del contribuente. Si chiama “Richiesta di Spostamento” e deve essere presentate attraverso un apposito modulo.
La presenza di un domicilio fiscale è essenziale per l’Agenzia delle Entrate per l’invio degli avvisi, ma soprattutto per reperire il contribuente ed applicare la normativa fiscale prevista in quel determinato luogo.
Una significativa differenza intercorre, quindi, tra il domicilio fiscale e domicilio anagrafico. A spiegarlo è la normativa che descrive, con il termine residenza anagrafica, l’area nella quale il soggetto “ha la sua dimora abituale”. Il domicilio fiscale è, invece, “il luogo nel quale ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi”.
Domicilio fiscale: le caratteristiche principali
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Come abbiamo visto il domicilio fiscale definisce il comune nel quale il contribuente esercita i propri interessi ed affari. A differenza del domicilio anagrafico e della residenza, il domicilio fiscale non richiede la presenza fisica della persona nel luogo indicato.
Nel caso delle persone fisiche questo tipo di domicilio coincide quasi sempre con la residenza anagrafica, come specificato dall’apposita normativa del Tiur. Solo le persone che non risiedono nel nostro paese, hanno il domicilio nel comune in cui viene prodotto il reddito.
Le aziende
Naturalmente cambiano le cose quando si parla di attività economiche. In questo caso il domicilio fiscale deve essere collocato nel comune in cui si trova la sede amministrativa e quella legale. Viene stabilito, però, anche prendendo in considerazione altri elementi.
Oltre alla sede legale che, insieme a quella amministrativa, rappresentano gli aspetti principali abbiamo un terzo elemento: la sede secondaria o di una stabile organizzazione. L’ultimo aspetto che identifica il domicilio fiscale è il comune nel quale si svolge la maggior parte dell’attività economica.
Il domicilio fiscale può anche cambiare. Può essere richiesto, infatti, lo spostamento, in un’area diversa dalla quale la compagnia opera tenendo in considerazione i punti appena riportati. Si tratta di un passaggio importante e che determina l’addizionale Irpef, decisa dai vari comuni come anche le eventuali agevolazioni fissate sulla prima casa e le detrazioni dell’Imu.
Ma come detto è l’invio di cartelle e di notifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate a rappresentare uno degli elementi di maggiore importanza. Nel caso in cui Equitalia inviasse una cartella in un indirizzo diverso dal domicilio fiscale, è possibile, infatti, procedere all’impugnazione.
Residenza e domicilio fiscale: le differenze
La caratteristica principale della residenza fiscale è di determinare il regime di tassazione in capo ad un contribuente, anche nel caso in cui il reddito venga prodotto all’estero. I residenti fiscali, infatti, hanno il domicilio anagrafico nel nostro paese per la maggior parte dell’anno.
Per evitare di essere sottoposti al regime di imposizione italiano, è possibile modificare la residenza dimostrando di vivere in un paese estero. La normativa italiana prevede che il contribuente dimostri con una “prova” di vivere in un paese estero. Si tratta di un vincolo applicato dallo Stato per evitare che i cittadini si trasferiscano “in maniera fittizia” all’estero pagando meno tasse, ma vivendo, in realtà, nel nostro paese.
Anche per quanto riguarda il trasferimento del domicilio fiscale, la normativa è molto precisa. Basta una domanda inviata telematicamente, ma anche “consegnata a mano” all’ufficio dell’Agenzia del Entrate territoriale, per effettuare il procedimento. E’ necessario, naturalmente, indicare il nuovo domicilio fiscale nel quale si sarà contattati. I cambiamento di domicilio è applicato dopo 30 giorni dal ricevimento della richiesta da parte degli uffici.