E’ da anni oggetto di continue modifiche, riforme e conseguenti polemiche politiche. L’Imu sulla prima casa rappresenta, da tempo, una delle imposte più discusse in Italia. Con la Legge di Stabilità del 2016 si è sostanzialmente confermata l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e della Tasi, oltre al blocco delle aliquote comunali che, quindi non potranno aumentare, ma solo ridursi.
Ma quando è applicabile l’esenzione dell’Imu sulla prima casa? Chi dovrà, al contrario, pagare ancora il tributo? Cosa cambierà per l’imposta sui terreni agricoli? Insomma gli interrogativi sono davvero tanti; cerchiamo di capirci qualcosa in più.
Imu, le novità previste
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Come abbiamo visto l’Imu sulla prima casa non deve essere pagata, anche nel 2017. Si tratta di un’esenzione importante che ricade su milioni di italiani proprietari di case, ma non per tutti.
Sono esclusi dall’esenzione, infatti, i proprietari di abitazioni che rientrano nella categoria A1, A8 ed A9. In pratica sono le case di lusso ad essere oggetto ancora del tributo: con la categoria catastale vengono indicate, infatti, le abitazioni di tipo signorile mentre con il codice A8 le ville e con A9 i castelli ed i palazzi che hanno un particolare pregio architettonico e storico.
Devono pagare in tributo, inoltre, i proprietari delle seconde case, delle aree prefabbricabili e degli immobili strumentali.
C’è da tenere presente, inoltre, che l’Imu sulla prima casa non è prevista nel caso in cui l’immobile oggetto dell’imposta sia la dimora abituale ovvero la residenza anagrafica. Se accade che due coniugi vivano in differenti immobili, nello stesso comune, l’esenzione dell’Imu sulla prima casa, è applicata solo su uno degli immobili, di solito dove vivono i figli.
No è prevista l’esenzione dell’Imu sulla prima casa nel caso in cui la casa di residenza sia oggetto di un contratto di affitto. Naturalmente l’inquilino in un appartamento dato in affitto, non ha l’obbligo di pagare l’imposta.
Altre esenzioni dell’Imu sulla prima casa
Gli inquilini degli alloggi considerati come “sociali” non devono pagare l’Imu sulla prima casa. Altra esenzione è prevista per la dimora coniugale data, in seguito al procedimento di separazione o divorzio, ad uno dei due coniugi.
Anche le unità immobiliari, se non locate, e di proprietà di persone anziane o disabili che siano in cura in appositi istituti, sono oggetto di esenzione come le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie che non state oggetto di divisione tra i diversi soci.
Il comodato d’uso gratuito
E’ uno degli aspetti più controversi per quanto riguarda il pagamento dell’Imu sulla prima casa. Cosa accade quando un immobile viene concesso ad un familiare di primo grado, in linea retta (genitori – figli)? L’applicazione dell’imposta è, in questo caso, oggetto di una riduzione del 50% del valore totale. E’ indispensabile tenere presente, però, che l’agevolazione è prevista solo in determinati casi, ecco quali. L’immobile,però, deve essere concesso senza nessun tipo di costo e deve costituire l’abitazione principale.
E’ indispensabile che l’abitazione sia collocata nello stesso comune di residenza del proprietario che la offre in comodato. L’immobile concesso, inoltre, non può appartenere alle categorie catastali indicanti un fabbricato di pregio. Il contratto di comodato, inoltre, deve essere registrato, secondo la prassi spiegata nella nostra guida dedicata al comodato d’uso gratuito.
Un altro tipo di riduzione può essere richiesta anche nel caso in cui l’immobile, oggetto dell’imposta, sia inagibile. La riduzione è, in questo caso, del 50% dell’importo.
Si tratta di un caso particolare ed oggetto di un’apposita sentenza della Cassazione. Secondo il giudice il contribuente può “autoridursi” l’importo dell’Imu anche senza dichiarare nulla al Comune. Dovrà essere quest’ultimo ad effettuare i controlli del caso.
Un’altra esenzione, prevista dalla Legge di Stabilità, riguarda i terreni agricoli, se affidati ai coltivatori diretti ed agli imprenditori agricoli professionali.