Il bolo auto è una tassa automobilistica che tutti i titolari di un veicolo a motore devono obbligatoriamente versare entro un determinato limite temporale. Può accadere, però, che per diversi motivi, tra cui la semplice dimenticanza, si ometta il pagamento del bollo. Cosa accade in questo caso? E soprattutto da quando viene attivata la prescrizione del bollo ovvero il limite temporale oltre il quale la somma non è più dovuta allo Stato? In questa guida ci soffermeremo sulle caratteristiche della tassa automobilistica entro la scadenza, su come è possibile rimediare al mancato pagamento attraverso il ravvedimento oltre alla prescrizione.
Bollo auto non pagato cosa succede?
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Cosa accade se il titolare di un’auto non corrisponde l’imposta di bollo sull’auto? Il mancato pagamento del bollo entro l’ultimo giorno del mese successivo dell’anno precedente, comporta l’avvio della procedura di recupero del credito (leggi come liberarsi dai debiti con Esebitami). Il primo passaggio di questa procedura è l’invio di una lettera al proprietario. Si tratta di un avviso ”bonario” nel quale l’ente informa il contribuente che, a seguito delle opportune verifiche, è stato accertato che il bollo non è stato corrisposto.
A decorrere dall’invio della missiva, è possibile pagare entro trenta giorni. In caso contrario si avrà l’iscrizione a ruolo. Si tratta di un atto formale che comporta la notifica di una cartella di pagamento inviata dall’ente di riscossione entro un termine di sessanta giorni. Nel caso di mancato pagamento si attivano delle specifiche procedure cautelari ed esecutive come il fermo amministrativo sull’auto in questione.
Prescrizione bollo auto: come funziona?
Come detto in precedenza, la prescrizione del bollo libera il debitore dall’obbligo di pagare la tassa. Nel nostro ordinamento giuridico la prescrizione è prevista nel caso in cui il titolare di un determinato diritto non lo esercita per un determinato limite stabilito dalla Legge. Ebbene, per quanto riguarda il bollo auto il limite previsto dalla normativa è di tre anni dalla scadenza del versamento. Se, ad esempio, l’imposta doveva essere corrisposta entro il maggio del 2014, il limite di tra anni viene fissato a partire dal primo gennaio del 2012 con scadenza entro al 31 dicembre del 2017, cioè dopo i tre anni dal limite originario.
In pratica se l’agente di riscossione notifica un avviso per il mancato pagamento del bollo oltre la fatidica data del 31 dicembre il proprietario del veicolo non ha più il dovere di pagare l’ammontare della tassa. Il termine di tre anni è previsto sia nel caso in cui sia stato notificato un avviso di accertamento entro i termini sia nel caso che la notifica sia giunta dopo il suddetto termine.
Il calcolo della prescrizione del bollo
A chiarire la situazione riguardo la prescrizione del bollo è una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Bari che ha confermato come nel caso in cui nei successivi tre anni dalla ricezione di un avviso di accertamento non vengono notificati ulteriori atti propedeutici alla riscossione, il mancato pagamento del bollo auto viene prescritto anche se il debito risulti iscritto nell’estratto conto dell’agenzia di riscossione.
Dal contenuto della sentenza è possibile comprendere come nel caso in cui il titolare di un’automobile non corrisponda la tassa nel 2010 e la notifica avviene nel dicembre 2013, la prescrizione del bollo è attiva dal 2016, ovvero trascorsi altri 3 anni dall’ultima notifica. Ma nel caso in cui una nuova cartella giunga nel corso del 2016, precedentemente al mese di dicembre, il bollo non risulta prescritto e dovrà essere corrisposto. Nel caso in cui la cartella venga notificata nel gennaio gennaio 2017, la tassa risulta comunque prescritta.
Insomma calcolare la prescrizione del bollo non è affatto semplice. Sono davvero tanti gli atti interruttivi della prescrizione che possono avvenire negli anni complicando la valutazione. Per non sbagliare è utile tenere presente che, ad ogni notifica, il termine della prescrizione del bollo viene spostato in avanti di tre anni.