La formula delle cessione del credito è molto comune in ambito economico e di fondamentale importanza per gli operatori dei più disparati settori. Le tipologie di cessione del credito sono fondamentalmente due: la pro solvendo e la pro soluto. Si tratta di termini che, a prima vista, potrebbe apparire di difficile comprensione, ma che, in realtà, si riassumono in concetti relativamente semplici.
Credito, le caratteristiche principali
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Quando si parla di credito è bene chiarire i fondamenti che ne determinano le caratteristiche. Il credito, secondo la Legge, può essere considerato a tutti gli effetti come un bene che, quindi, può essere anche ceduto. Avremo, in questo caso, la cessione del credito, ovvero il trasferimento del diritto di ricevere una determinata somma, da un soggetto all’altro.
Sono tre gli individui che vengono coinvolti in questo determinato processo: il cedente, ovvero la persona che cede il diritto al credito, il cessionario che riceve il diritto ed, infine, il debitore o il “ceduto”.
Il contratto, secondo la Legge, può essere oneroso, nel caso in cui al creditore spetta l’obbligo di garantire la sussistenza reale del debito e a titolo gratuito, nel caso in cui la cessione del credito avvenga a seguito di un pagamento, mentre, allo stesso tempo, il creditore deve garantire che non esistano soggetti che possano rivendicarne il possesso. Ma quando si parla di credito pro solvendo e pro soluto?
Credito pro solvendo, di cosa si tratta?
Con il termine di credito pro solvendo si intende una particolare formula contrattuale che prevede la mancata esclusione del cedente. In pratica questo soggetto continua ad essere coinvolto nel contratto in quanto risponde, in via diretta, del mancato pagamento del debitore. Nel caso in cui quest’ultimo non provveda ad ripagare quanto dovuto, il cedente dovrà intervenite nei confronti del cessionario corrispondendo la somma prevista. E’ indispensabile tenere presente che il soggetto che ha l’obbligo di versare il denaro (il debitore) debba essere opportunamente tenuto al corrente dell’operazione. Nel caso contrario, il pagamento avvenuto anche al cedente, libera il debitore da ogni tipo di responsabilità.
Insomma la cessione del credito rappresenta una formula definita nei minimi dettagli dal legislatore. Ad ogni tipo di inadempienza corrisponde una conseguenza ben precisa, per tutte le parti in causa.
Anche per quanto riguarda la cessione del credito pro soluto, la normativa è ben definita.
Cessione del credito pro soluto
E’ la formula diversa e, per certi aspetti opposta, alla cessione pro solvendo. Con questo procedimento il soggetto che si impegna a cedere il diritto ad esigere il credito, non ha alcun tipo di obbligo nei confronti del cessionario non rispondendo di un’eventuale inadempienza da parte del debitore. In pratica la cessione del credito, a differenza del credito pro solvendo, libera il cedente da ogni tipo di responsabilità oggettiva nel contratto.
L’unico obbligo che ricade su chi cede il credito è di assicurare l’effettiva esistenza dello stesso all’altro soggetto. Avvenuta la cessione, costui viene estromesso dal rapporto contrattuale che, a questo punto, vedrà coinvolti il nuovo proprietario del credito, il cessionario, ed il debitore.
Da ciò ne deriva una condizione di effettiva insicurezza riguardo gli obblighi contrattuali da parte del debitore. Sottoscrivendo questa formula il cessionario, in pratica, si espone ad un rischio maggiore essendo impossibilitato a rivolgersi al titolare originario del debito.
Insomma il credito pro solvendo è senza dubbio la formula più conveniente per chi riceve il credito, oltre che la più ricorrente.
La cessione del credito dell’Iva rappresenta una delle tipologie di contratto per cui è più spesso è applicata la cessione del credito pro soluto. Si tratta di una procedura molto comune per le aziende che, in questo modo, possono recuperare i crediti Iva maturati.