Quando arriva il rimborso IRPEF? Come avverrà il versamento? Dopo quanto tempo dalla dichiarazione 730? Sono davvero tante le domande che accompagnano, ogni anno, il rimborso IRPEF, ovvero la somma che lo Stato deve riconoscere ai contribuenti per la dichiarazione dei redditi. Il tutto avviene in una procedura dalla durata variabile. Ma cosa si intende, nello specifico, quando si parla di rimborso Irpef?
Rimborso Irpef: le caratteristiche principali
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Con il termine rimborso IRPEF si intende la restituzione, da parte dell’Erario, delle imposte pagate in eccesso, in seguito alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. Nell’indicazione delle somme da dare o ricevere allo Stato, infatti, nel modello 730 una specifica voce indice gli importi deducibili che lo Stato deve corrispondere ad ogni singolo contribuente.
Nelle spese deducibili rientrano quelle che il dichiarante realizza per conto ad a nome dei familiari a carico. Nel caso in cui le imposte che il contribuente deve corrispondere allo Stato siano inferiori alle voci di spesa che è possibile dedurre, si ha un credito verso l’Erario.
L’utilizzo di questa voce di credito può essere duplice: il contribuente può, in pratica, usarla per la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo sottraendo la somma dei crediti a quella dovuta allo Stato, ma anche richiedere il rimborso IPREF. Nel secondo caso il credito si concretizza in un importo che lo Stato effettivamente versa sulla busta paga del contribuente o sull’assegno mensile della pensione.
Quando avviene il rimborso?
Cambiano le tempistiche del rimborso a seconda delle modalità di versamento. Per i contribuenti che realizzano la dichiarazione nel modello 730, l’accredito avviene sulla busta paga del mese di luglio dell’anno della dichiarazione, ma solo per i lavoratori dipendenti o assimilati.
Per quanto riguarda i pensionati, invece, il rimborso dovrebbe ricadere per il mese di agosto. Potrebbero sopraggiungere, però, dei ritardi dovuti a diversi fattori. E’ il caso in cui il 730 precompilato, con la scadenza il 23 luglio, venga inviato autonomamente dal contribuente all’Agenzia delle Entrate, per via telematica.
Anche il ritardo, da parte dell’Agenzia, nel pubblicare il decreto per fissare gli elementi di incoerenza può limitare o rifiutare la richiesta di rimborso IRPEF. Si tratta di una serie di condizioni che portano ad uno slittamento di sei mesi successivi alla scadenza, in un periodo compreso tra gennaio ed il febbraio dell’anno successivo.
I controlli dell’Agenzia delle Entrate
Una nuova stretta potrebbe toccare da vicino anche i rimborsi IRPEF. Si tratta di una situazione che comporterà ulteriori slittamenti dei rimborsi. I controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate potrebbero scattare nel caso in cui si notino effettivi elementi di difformità nelle informazioni riportate ed in caso di rimborsi di entità superiore agli 4.000 euro, ma solo per variazioni del 730 precompilato realizzate dal contribuente in persona.
Nel casi sopra riportati, l’Agenzia applicherà il blocco dei rimborsi IRPEF, per la realizzazione dei controlli appositi. Il rimborso, in questa situazione, potrebbe essere rimandato anche di svariate mensilità.
Nessun tipo di controllo scatterà per chi accetta le informazioni riportate sul modello 730 precompilato. Nel caso in cui la trasmissione del modello avvenga attraverso i commercialisti o i CAF autorizzati, i controlli non riguarderanno il contribuente, ma l’ufficio che ha trasmesso i dati.
I rimborsi IRPEF per somme superiori a 4.000 euro
Si tratta di una condizione che comporta il controllo automatico dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui le verifiche non riscontreranno elementi di difformità, il rimborso IRPEF avverrà nei quattro mesi successivi alla dichiarazione 730 e non più sette come previsto in precedenza.
Ma esiste metodo per evitare, in ogni caso, il controllo dell’Agenzia delle Entrate: la compensazione; una formula che, tra l’altro, permette di accelerare i tempi. Basta compilare il quadro I del modello 730 per selezionare questa modalità di rimborso.