Con il termine trust immobiliare si intende una particolare formula giuridica che consente ad un soggetto, definito ”disponente” di rinunciare, in via temporanea, al possesso di beni o di diritti trasferendone la titolarità ad una terza persone, il ”trustee” per il vantaggio dei beneficiari che possono essere i figli, un coniuge ed anche i discendenti.
Nata nei paesi anglossassoni, la formula del trust immobiliare ha trovato applicazione in diversi paesi nel mondo assumendo nuove caratteristiche ed applicazioni. In Italia il riconoscimento giuridico è arrivato solo nel 1985 con l’intervento della Convenzione de L’Aja che ha definito il trust immobiliare come l’insieme dei rapporti giuridici istituiti da un soggetto a beneficio del trustee volti al riconoscimento di un effettivo vantaggio di un beneficiario o per un determinato scopo.
Uno degli elementi caratterizzanti del trust immobiliare è che i beni concessi vanno a costituire una massa ben distinta dal patrimonio del trustee non essendone parte in alcun modo. L’intestazione dei beni avviene, però, in favore del trustee o ad un altro soggetto per suo conto. Al trustee, inoltre spetta l’obbligo di gestire il bene secondo le direttive ricevute dal concedente.
La creazione del Trust immobiliare
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Sono tante le modalità per mettere in piedi un trust immobiliare o di qualsiasi altro tipo, purché si rispetti il requisito principale: la forma scritta. Nel nostro paese l’autenticazione viene richiesta spesso ad un notaio che procederà alla stipula di un atto pubblico. Ma come funziona il trasferimento di un bene in un trust immobiliare?
In pratica i beni vengono trasferiti dal titolare del ben al trustee e vanno a comporre un fondo in trust. Come detto questi beni sono nettamente separati dal patrimonio del trustee non rientrando nel regime patrimoniale e, di conseguenza, della successione.
In ogni caso gli eventuali creditori di un trustee non possono agire sul debitore mettendo le mani sul fondo. Anche chi avanza pretese rispetto al disponente non può ”toccare” il fondo visto che non compone più il suo patrimonio, tranne in alcuni casi di revocatoria ordinaria e fallimentare.
Le tipologie di beneficiari
Sono due le categorie di beneficiari in un trust immobiliare: quelli del reddito ed i beneficiari del fondo. Nel primo caso si tratta di coloro che sono oggetto di attribuzioni di tipo reddituale, una fattispecie che si verifica, ad esempio, nel momento in cui la casa oggetto del trust immobiliare viene locata con la somma residua, al netto delle tasse, che viene trasferita al beneficiario.
Con il termine beneficiari del fondo si indicano, invece, i soggetti che, alla scadenza prefissata del trust immobiliare, ottengono la titolarità del bene.
Quando è utile realizzare un trust immobiliare?
Si tratta di una formula applicata molto spesso nelle fasi di passaggio generazionale degli immobili, ma anche delle quote di aziende, per la tutela di soggetti di deboli, in situazioni di convivenze ed unioni di fatto, nella gestione della situazione patrimoniale e reddituale di un nucleo familiare e per mostrare determinate garanzie in luogo di fidejussioni.
In generale l’applicazione della formula può riguardare proprietà ingenti e piccole quote, purché lo scopo sia la tutela di un determinato scopo. Ma quali sono i costi di un trust immobiliare?
Costi
Le spese si traducono nei costi di istituzione, che dipendono da quanto si è pattuito con il professionista (leggi la guida sulla parcella del notaio) che avrà il compito di redige il trust.
Poi ci sono i costi di trasferimento dell’immobile. In questo caso le spese dipendono dalle caratteristiche dei beni e del beneficiario stesso.